Tante volte, leggendo o sentendo strumentali attacchi al welfare pubblico, di cui la sanità rappresenta un pilastro fondamentale, mi domando come la malafede o interessi economici privati riescano a far dimenticare anche le esperienze e le situazioni che la vita propone a ognuno di noi.
Recentemente, in una situazione sanitaria complessa, drammatica e dolorosa, all’ospedale di Città di Castello sono stato testimone della passione, abnegazione, competenza, professionalità e grandissima umanità che caratterizza tutte le professioniste e i professionisti che vi operano, partendo dalla guardia medica, proseguendo per il 118, passando per il pronto soccorso, fino ad arrivare al reparto medicina, con tutto il personale che è stato sempre vicino alla paziente (mia mamma) e ai suoi familiari. Lo stesso ho riscontrato tra gli addetti delle pulizie.
Tutto questo, nonostante ritmi e carichi di lavoro intensi, e sempre con il sorriso e la disponibilità. Una parola dolce o una carezza mentre si fa una terapia o si porta la cena sono importanti nella fase finale della vita di una persona, come, se non di più, di un farmaco.
Durante la pandemia venivano chiamati eroi gli addetti del servizio sanitario pubblico (molti dei quali sono morti contraendo il covid per curare gli ammalati positivi al virus), poi sono stati subito dimenticati e successivamente denigrati e spesso aggrediti.
Non ci sono parole per esprimere il riconoscimento per il loro valore.
L’unica cosa certa è che continuerò a sostenere tutte le battaglie per potenziare il servizio pubblico e per ridare dignità e ruolo a tutto il personale della sanità (diretto e della cooperazione sociale).
Fabrizio Fratini