Dal 13 aprile all’11 maggio 2025 il Piccolomuseo di Fighille ospita “Viaggio verso noi stessi”, mostra personale di pittura di Franco Chiarani.
Domenica 13 aprile, alle ore 16.00, l’inaugurazione ufficiale, alla presenza dell’artista. Il sindaco Enea Paladino e l’assessore alla cultura Valentina Ercolani, porteranno i saluti del Comune di Citerna. Seguiranno quelli di Francesco Fiorelli, presidente Unpli Umbria, e di Loris Mirabucci Casperchi, presidente della Pro Loco Fighille.
Prima del taglio del nastro, il giornalista e curatore d’arte Marco Botti illustrerà al pubblico le principali tappe della carriera di Chiarani e le caratteristiche salienti del suo stile.
Per l’occasione verrà presentato il catalogo dedicato all’opera del maestro trentino, con i contributi critici del compianto pittore e critico d’arte Umberto Zaccaria e dello stesso Marco Botti. L’esposizione, organizzata dalla Pro Loco Fighille, è patrocinata dal Comune di Citerna.
L’EVENTO
Il Piccolomuseo di Fighille ospita “Viaggio verso noi stessi”, mostra personale dedicata a Franco Chiarani, consacrato da anni come uno degli artisti d’eccellenza del panorama trentino. Quarantaquattro opere, molte delle quali inedite, ripartite tra le sedi della Dogana Pontificia e di Palazzo Tani, che segnano in modo indelebile la primavera 2025 del museo e centro diffuso per l’arte contemporanea. Nello stesso tempo l’evento dà nuova linfa a quel trend vincente che vede, accanto all’avvicendamento periodico della collezione permanente, l’organizzazione di eventi espositivi temporanei che rendono il Piccolomuseo una realtà sempre più dinamica.
Chiarani, scelto nel 2015 da Vittorio Sgarbi per rappresentare il Trentino Alto Adige all’Expo di Milano, non ha bisogno di presentazioni. Una carriera quasi cinquantennale, personali nelle gallerie di tutta Italia e all’estero, incetta di premi in rassegne d’arte, fiere e concorsi nazionali e internazionali, un linguaggio figurativo inconfondibile.
Il rapporto viscerale del pittore di Arco con la carta lo porta a utilizzare questo materiale dopo una lunga lavorazione, in cui l’artista immerge per ore vari tipi di fogli nell’acqua, per unirli in seguito con terre, ossidi e bianco di zinco. Un “alchimista della carta”, come è stato già definito. Il modo in cui viene trattato il materiale cartaceo, per renderlo il supporto privilegiato da applicare sulla tavola e dipingere a olio o più spesso con tecnica mista, è parte attiva di un processo raro e affascinante.
Dietro allo stile espressionista di Chiarani c’è l’amore per la più alta pittura dell’Europa centro settentrionale, quella che parte dal rinascimento e da Dürer e Cranach, fino ad arrivare alle stelle luminose della secessione viennese e dell’espressionismo austriaco di primo Novecento come Klimt, Kokoschka e Schiele. L’autore ha osservato i maestri del passato, si è confrontato con gli artisti a lui coevi e infine ha rielaborato il bagaglio di conoscenze attraverso il proprio talento e la propria sensibilità, per consegnare all’osservatore qualcosa di originale e riconoscibile.
Dalle ambientazioni atemporali e fosche di Chiarani emergono figure evanescenti, realizzate con segni gestuali, linee, forme e colori alterati, tratti sottili e carichi di tensione. Il pittore conosce il significato simbolico del “non-finito”, che rifiuta la perfezione formale per lasciare spazio alla suggestione, ma allo stesso tempo egli dimostra di essere calato nella sua epoca, che indaga e filtra attraverso uno sguardo personale.
Grazie alla sua cifra stilistica distintiva, Chiarani riflette e ci fa riflettere su temi più che attuali: la paradossale solitudine dell’uomo nell’era dell’iperconnessione, le inquietudini e l’alienazione dell’individuo contemporaneo, la crisi d’identità. Una realtà soggettiva, trasformata per non dire deformata attraverso le emozioni di un pittore unico nell’attuale panorama italiano, che ci invita a intraprendere un viaggio alla scoperta di noi stessi, foriero di rivelazioni e sorprese inaspettate.




