Il mandato dell’ex amministratore unico è finito lo scorso 6 aprile. Manuel ci parla del quinquennio vissuto a capo dell’Agenzia Forestale, segnato da importanti cambiamenti e passi avanti
Cinque anni intensi, segnati da cambiamenti strutturali, sfide complesse ed un bilancio che, dati alla mano, parla di una realtà rilanciata, più forte e moderna. Manuel Maraghelli, giunto a fine mandato dallo scorso 6 aprile, ha lasciato il ruolo di amministratore unico di AFoR (Agenzia Forestale dell’Umbria) ma lo fa con lo spirito di chi ha lavorato con visione e concretezza, senza dimenticare la dimensione umana del servizio pubblico.
L’inizio
“Quando arrivai nel 2020 – racconta Maraghelli – trovai un’agenzia poco coesa, appena riorganizzata con l’ingresso dei colleghi delle ex Comunità Montane. La priorità è stata creare una squadra vera, motivata, dove chi lavora si sentisse parte attiva di un progetto comune. Lavorare nel pubblico dà sicurezza, ma non basta: serve cuore, passione e orgoglio per ciò che si fa”.
La svolta
E proprio su questa spinta, AFoR ha compiuto un deciso salto di qualità, riconosciuto anche dalla Regione Umbria, che a suo tempo aveva evidenziato come l’Agenzia si fosse distinta tra le partecipate per capacità di rinnovamento e peso istituzionale. Cruciale lo sblocco delle assunzioni, che ha segnato una forte inversione di tendenza in termini di risorse umane e generazionali: tra il 2020 ad oggi, nel dettaglio, sono stati assunti 121 operai forestali, 23 funzionari, 28 impiegati e due dirigenti.
I numeri dell’amministrazione Maraghelli
“La percentuale di personale pienamente idoneo alle mansioni è aumentata del 56%, – spiega Maraghelli – a dimostrazione dell’importanza del ricambio generazionale. L’età media degli operai era di 60 anni. Se continuasse questo trend l’incremento toccherebbe il 75% nei prossimi 5 anni. Ma serviranno giovani formati. Ecco perché rilancio l’idea di una Scuola di Alta Formazione Forestale, con istruttori interni – i nostri attuali passeranno da 3 a 9 con il progetto For Italy – e percorsi dedicati”.
I dati elencati da Maraghelli confermano il cambio di marcia evidente in questo ultimo quinquennio: “La produttività dei cantieri è aumentata del 12,3% in tre anni; 41 nuovi mezzi sono stati acquistati tra 2020 e 2024, per un valore complessivo di 3,7 milioni di euro. Mezzi e nuove tecnologie che peraltro hanno rivoluzionato in positivo il modo di lavorare nei boschi”. “Il supporto tecnico agli enti pubblici – ha aggiunto – è cresciuto del +37,5% dal 2019 mentre i contratti di concessione sono aumentati del 66,7%. Abbiamo inoltre esteso contratti di valorizzazione fino a 20 anni, per attrarre investimenti privati”.
In ambito antincendio boschivo, AFoR ha invece investito in vasche mobili, moduli AIB, mezzi 4×4, oltre a realizzare 475 km di fasce tagliafuoco e mantenere 689 km di viabilità forestale. L’obiettivo per il 2025 è quello di raggiungere 22 mini-squadre operative coordinate dai Vigili del Fuoco (attualmente sono 17).
L’ex amministratore unico tiene a sottolineare come anche l’autonomia finanziaria di AFoR sia andata crescendo dal 37,96% del 2020 al 45,92% nel 2024, mentre sul fronte appalti sono state gestite circa 80 gare l’anno, con 50 accordi quadro attivi. “Senza dimenticare accordi sindacali in merito ai riconoscimenti di salario, a conferma dell’attenzione riservata anche alla valorizzazione del personale. L’agenzia è stata inoltre riconosciuta da ANAC come stazione appaltante accreditata, ottenendo il massimo punteggio per la gestione autonoma delle gare. Importante anche il capitolo irrigazione e bonifiche, con investimenti per oltre 13 milioni di euro tra fondi PSR, Stato-Regione e progettazioni in attesa di finanziamento”.
Il migliore risultato mai raggiunto e…l’ultimo
Per Maraghelli il risultato migliore mai raggiunto resta però l’aver raggiunto la certificazione Pefc del demanio regionale del Monte Subasio, con oltre 2300 ettari gestiti in modo sostenibile. Traguardo che ha poi portato al premio di Legambiente, afferente il migliore progetto forestale del 2024.
L’ultimo obiettivo raggiunto nel 2025 dall’amministrazione Maraghelli, infine, è stato lo schema di convenzioni con ben 6 istituti medici per offrire ai dipendenti e ai loro familiari l’accesso a servizi di prevenzione, diagnostica, cura e riabilitazione a condizioni vantaggiose.
“Lascio un’agenzia più moderna, capace e consapevole del proprio ruolo strategico – conclude Maraghelli – ma anche un ambiente dove le persone hanno ritrovato fiducia e motivazione. Dietro tutto questo c’è stato un grande gioco di squadra. Chi lavora in AFoR deve saperlo: serve competenza, ma anche orgoglio. Perché lavorare nella forestazione pubblica significa prendersi cura della terra di tutti”.
Passato, presente e futuro
“Quello che mi mancherà di più è il rapporto con la splendida squadra che abbiamo realizzato – ha chiuso l’ex amministratore con un pensiero al passato ma con lo sguardo rivolto sempre avanti: “Il mio futuro sarà ora raggiungere nuovi traguardi nell’azienda dove lavoro e portare nel mondo il nostro ottimo olio. Per me aver accettato di essere amministratore pubblico è stata una scommessa: volevo dimostrare che si possono ottenere, con progettualità e nuova mentalità, degli ottimi risultati”.
Due rammarichi
Unici rammarichi? Non essere riuscito a far condividere a tutti che la meritocrazia è un bene per tutti e per il nostro Ente in particolare. Oltre a questo c’è anche il mancato avvio di una riforma sulla bonifica, nonostante le sollecitazioni rivolte alla Regione fin dal primo anno di mandato. Afor gestisce infatti circa il 60% del territorio per quanto riguarda la pulizia e manutenzione di fiumi e fossi minori ma l’assenza di fondi nel bilancio regionale rende impossibile garantire un’attività ordinaria efficace. Si è sempre intervenuti in emergenza con manutenzioni straordinarie, che comportano costi molto più elevati. Una riforma era necessaria, anche se avrebbe potuto implicare nuove forme di tassazione, ma è sempre stata rimandata. Continuare ad avere una delega senza risorse è, di fatto, insostenibile”.
Un’eredità importante, insomma, quella lasciata da Maraghelli, che seppur proiettato già verso nuovi obiettivi resterà sempre, idealmente, tra quei boschi e sentieri che ha contribuito a far tutelare e valorizzare.