Pur consapevole del senso di impotenza collettivo che ci attanaglia di fronte all’inerzia che contraddistingue l’operato di questo governo e dell’Europa, con davanti agli occhi i crimini che si stanno perpetrando a Gaza, ho presentato una mozione che permetta una presa di posizione chiara e netta del nostro Consiglio comunale e impegni Sindaco e Giunta a promuovere nelle opportune sedi e canali istituzionali presso il Governo e presso l’Anci ogni possibile azione utile al disarmo, alla tregua immediata e ad una pace duratura.
Obiettivi alti, ma possibili, se tutti i Comuni, le istituzioni e le comunità civili manifestassero l’assoluta condanna di questa tragedia, con una pressione congiunta sulla comunità internazionale affinchè si proceda a riconoscere la Palestina quale Stato democratico e sovrano, con Gerusalemme quale capitale condivisa, che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, con la piena assunzione del reciproco impegno a garantire ai cittadini di vivere in sicurezza al riparo da ogni violenza e da atti di terrorismo, al fine di preservare nell’ambito del rilancio del Processo di Pace la prospettiva dei “due popoli, due Stati”. Occorre chiedere la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, la protezione della popolazione civile di Gaza e la fine delle violenze nei territori palestinesi occupati, la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi, sicuri e senza restrizioni all’interno della Striscia, il rispetto della tregua in Libano scongiurando il rischio di futuri attacchi da parte di Hezbollah e il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario.
Che i governi sospendano le autorizzazioni di vendita di armi allo Stato di Israele concesse anteriormente alla dichiarazione dello stato di guerra dell’8 ottobre 2023, al fine di scongiurare che tali armamenti possano essere utilizzati per commettere gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, nonché a sostenere e farsi promotore, a livello europeo con gli altri Stati membri, di opportune iniziative volte alla totale sospensione della vendita, della cessione e del trasferimento di armamenti allo Stato di Israele, nel rispetto della posizione comune (2008/944/PESC) sulle esportazioni di armi e del Trattato sul commercio di armi dell’Onu, come richiesto dalla risoluzione approvata il 5 aprile 2024, dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.
Tutti ricordiamo, anche localmente, gli encomiabili gesti di solidarietà verso l’Ucraina, come le fiaccolate, le preghiere, le manifestazioni e l’ospitalità riservata ai profughi di quella terra martoriata. Tutta la comunità occidentale e atlantica si è con essa schierata inviando aiuti e armi, da oltre quattro anni. Molti insieme a noi hanno chiesto fin da subito, l’inizio di un negoziato di pace che avrebbe scongiurato la morte e il ferimento di migliaia di giovani soldati e civili.
Ben altro peso e altra misura viene usata per Gaza e per i civili palestinesi. E’ il momento di unirsi a quanti stanno manifestando in molte piazze di tutto il mondo, come è successo anche nella manifestazione organizzata localmente da Altrapagina. A gennaio 2025 i morti a Gaza erano già 47mila, e per dirla con F. Mannocchi, giornalista e inviata “Oggi a Gaza sono più di 70 giorni che non entra 1 grammo di farina, non entra il carburante per far funzionare quello che resta degli ospedali che non ci sono più. Continuano i bombardamenti, i bambini muoiono a centinaia. I bambini morti sono circa 20mila.”
Una carneficina che grida “Vergogna” agli occhi del mondo e di Dio.