Premetto che ho votato il Dottor Torrioli come Presidente del Collegio dei revisori e che rimango fermamente contrario alle quote rosa: ma quello che è avvenuto in sede di votazione e in quella successiva sull’aumento del compenso per l’intero Collegio è sia una grave abdicazione del Consiglio comunale in una delle sue principali prerogative sia la constatazione di come il politicamente corretto si sbandiera solo quando fa comodo e lo si chiude in un cassetto quando non si deve disturbare il manovratore, Confermo che come ho votato convintamente il Dottor Torrioli ho altrettanto risolutamente votato no alla seconda votazione che innalza il compenso dei revisori, aumento forse opportuno ma non obbligatorio e il cui importo avrebbe potuto esentare altre 70 famiglie al di sotto dei quindicimila euro di reddito dall’addizionale IRPEF.
Si invocano le responsabilità dei revisori ma si dimenticano le analoghe responsabilità dei Consiglieri, che svolgono in maniera praticamente gratuita il proprio mandato, ed alcuni non più in carica e altri ancora presenti potrebbero a breve rendersene conto riguardo la votazione delle quote societarie di So.Ge.Co.
Inoltre è bene ricordare come le funzioni principali del Consiglio comunale sono l’indirizzo e il controllo e l’indicazione del Presidente dei Revisori è forse la manifestazione massima di esercizio di detta funzione. E’ stato invece il Sindaco nel silenzio totale della maggioranza a dare l’indicazione giustificandosi in seguito con la risibile argomentazione di essere lui stesso un Consigliere.
Incredibile poi come nessuna Consigliera, giustificata solo la collega Rossi che come il sottoscritto è contraria alle quote rosa, ,abbia eccepito la mascolinità totale del Collegio anche qui eccependo una fattispecie di tipo giuridico quando mai come negli organi collegiali la forma è sostanza politica.
Una brutta pagina che fa rimpiangere gli anni 90 quando, pur in un contesto assolutamente più politicizzato e manicheo, il dibattito e la votazione sui revisori era frutto di confronto e accordo tra maggioranza e opposizione.