Giovanni Silvestrini ordinato diacono nella Cattedrale di Città di Castello: “Servire con gioia e fraternità”

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Nella solennità dei santi martiri Crescenziano e compagni, lunedì 2 giugno, la Cattedrale di Città di Castello ha accolto l’ordinazione diaconale di Giovanni Silvestrini. A presiedere la celebrazione – in un clima di gioia e di festa – il vescovo diocesano mons. Luciano Paolucci Bedini, che ha imposto le mani e pronunciato la preghiera consacratoria su Giovanni, incardinando il nuovo diacono nella Chiesa tifernate. La liturgia è stata concelebrata, insieme a tutto il clero diocesano, anche dal vescovo emerito della Chiesa tifernate, mons. Domenico Cancian
La data scelta non è stata casuale. “Quando abbiamo scelto insieme questa data – ha ricordato il vescovo Luciano nell’omelia – pensavamo a san Crescenziano e ai suoi compagni martiri, che in questo nostro territorio hanno seminato per primi il Vangelo. Il loro tributo di sangue ha irrigato la fede di questo popolo e oggi accoglie l’offerta della tua vita donata per amore a servizio del Vangelo”.

Una storia vocazionale segnata dalla rinascita

Giovanni Silvestrini, 46 anni, originario di Città di Castello, è cresciuto nella frazione di San Martin D’Upò. Dopo gli studi in ragioneria e un’attività lavorativa come coltivatore diretto nel settore della legna da ardere, ha vissuto un lungo periodo lontano dalla Chiesa. Ma, come ha ricordato don Francesco Verzini, rettore del Pontificio Seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi, è stato “grazie alla testimonianza del fratello minore e alla partecipazione a un seminario di Vita nuova nello Spirito promosso dalla comunità Magnificat” che Giovanni ha riscoperto la fede e avvertito la chiamata alla vocazione.
Nel 2018 è entrato nel percorso formativo propedeutico e poi nel Seminario regionale. “Giovanni è un uomo di preghiera viva e fede radicata, riflessivo e operoso – ha detto don Verzini – capace di commuoversi di fronte all’ingiustizia e di non rimanere indifferente al bisogno altrui. Posso attestare che ne è degno”, ha concluso presentando il candidato durante il rito.

L’invito del Vescovo: “Vivi il tuo ministero come un fratello tra i fratelli”

Il vescovo Paolucci Bedini ha centrato l’omelia sul brano evangelico “Rimanete nel mio amore”, sottolineando che la vita cristiana e il ministero diaconale “non sono nostri, ma di Cristo”. Ha ricordato a Giovanni che il servizio va vissuto “tra i fratelli e per loro, ma sempre come un fratello che ha bisogno anche del dono degli altri”.
Un’attenzione particolare è stata dedicata al senso della fraternità e della carità, vissute come segno concreto della fede: “La carità più grande che possiamo fare al mondo è l’evangelizzazione – ha affermato il Vescovo – che va vissuta nello stile dell’incarnazione: scendere, vedere, ascoltare, toccare, consolare, condividere”.

Una comunità in festa

La celebrazione è stata preceduta, domenica primo giugno, da una veglia di preghiera nella chiesa arcipretale di San Giustino, la comunità dove Giovanni ha svolto il suo tirocinio pastorale. Lì amici, parrocchiani e confratelli si sono uniti in preghiera per accompagnarlo nel passo decisivo verso il ministero ordinato.
Nel pomeriggio del 2 giugno, il neo-diacono ha partecipato – insieme al vescovo Luciano e ad altri fedeli – al pellegrinaggio presso Pieve de’ Saddi, luogo del martirio e della sepoltura di san Crescenziano, per rendere omaggio a quei testimoni della fede che hanno aperto la strada al Vangelo nell’Alta Valle del Tevere.
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