In piazza Gabriotti l’omaggio emozionante e coinvolgente della comunità di Città di Castello alla Repubblica Italiana nel 79° anniversario del plebiscito del 1946: le parole, il canto e la danza protagonisti di una manifestazione suggestiva, sottolineata dallo spettacolare srotolamento del tricolore dalla torre civica da parte dei Vigili del Fuoco
E’ stato un omaggio sentito ed emozionante quello che la comunità di Città di Castello ha tributato alla Repubblica nel giorno del 79° anniversario del plebiscito del 1946 che diede all’Italia una futuro di democrazia e di libertà. Nella cerimonia in piazza Gabriotti promossa dal Comune e dal Rotary Club Città di Castello, c’è stato l’omaggio delle parole profonde e significative dei rappresentanti istituzionali per sottolineare l’importanza di quella scelta, che oggi ancora oggi va sostenuta difendendo i principi della Costituzione. C’è stato l’omaggio del canto e della musica, con la suggestiva esibizione Gabriella Zanchi, soprano primo dell’Opera di Parigi, che sulle note della Filarmonica Giacomo Puccini ha trascinato letteralmente la piazza con Il “Va, Pensiero” dal Nabucco di Giuseppe Verdi e con il Canto degli italiani di Mameli, rilanciato con un bis a sorpresa che ha unito in coro di tutti i presenti. C’è stato l’omaggio della coreutica, con lo spettacolo della scuola Diamante Danza che ha testimoniato il valore della scelta nella quale quasi 80 anni fa furono coinvolte per la prima volta le donne. C’è stato, infine, l’omaggio di un gesto che a Città di Castello da decenni simboleggia la Festa della Repubblica: lo srotolamento dalla sommità della torre civica della maxi bandiera tricolore di 30 metri con cui i Vigili del Fuoco tifernati hanno di nuovo messo coraggio e passione al servizio di una scena dal forte impatto emotivo, che unisce i cuori e rafforza il senso di appartenenza alla nazione. Dopo l’introduzione del presentatore della serata, Claudio Tomassucci, il sindaco Luca Secondi si è rivolto ai tanti tifernati presenti davanti alle scale del Comune evidenziando che “la scelta della Repubblica è stato forse il momento democratico più alto della storia del nostro Paese e se c’è la Repubblica è perché hanno votato anche le donne, la matrice femminile di una decisione fondamentale per il Paese che è giusto ricordare e rivendicare”. “Oggi si parla continuamente di intelligenza artificiale, ma noi abbiamo bisogno dell’intelligenza del cuore, quel cuore ricco dei valori della Costituzione che è l’eredità più importante che abbiamo e alla quale siamo chiamati a dare significato ogni giorno con le nostre azioni”, ha detto Secondi. Circondato dai componenti della giunta, alla presenza del senatore Walter Verini e della consigliera regionale Letizia Michelini, di alcuni consiglieri comunali con il presidente dell’assemblea Luciano Bacchetta, delle autorità civili, religiose e militari, dei rappresentanti delle associazioni combattentistiche, della Croce Rossa Italiana e del volontariato, Secondi ha lanciato un monito che è stato accolto dall’applauso della piazza: “La Repubblica è un vestito bellissimo, ma i sarti siamo noi, ognuno di noi. Siamo noi che modelliamo come vogliamo la Repubblica con il nostro agire quotidiano. Per questo abbiamo una grande responsabilità, che è quella di onorare la memoria di chi, anche a prezzo della vita, ha consegnato al popolo italiano la democrazia, i diritti e le libertà fondamentali affermati nella Costituzione, ma anche di assicurare alle future generazioni la possibilità di godere di questo grande patrimonio. Tutti insieme dobbiamo avere l’ambizione di guardare avanti, restando fedeli alla nostra storia democratica, e di vedere l’Italia non con dei limiti, ma con degli orizzonti. Viva la Repubblica e viva l’Italia”. A mettere in rilievo il senso di unità del popolo italiano attorno agli ideali della Repubblica sono stati anche gli interventi del presidente del Rotary Club Città di Castello Andrea Gherardi, che ha invitato a “custodire i valori della Costituzione per consegnarli alle nuove generazioni”, e il vicario generale della Diocesi tifernate, don Andrea Czortek, che ha ricordato “l’impegno di onorare tutti insieme la Repubblica con la partecipazione attiva alla vita democratica”. Quando la Filarmonica Puccini diretta dal maestro Nolito Bambini ha intonato il “Va, pensiero”, gli sguardi di tutti i presenti si sono levati in alto verso la terrazza di un’abitazione privata che si affaccia in piazza Gabriotti all’angolo con corso Cavour, messa a disposizione dal proprietario per l’occasione. Affacciandosi verso il pubblico, con la sua voce potente e melodiosa la soprano Zanchi ha emozionato e coinvolto il pubblico con uno dei canti patriottici più suggestivi della storia musicale italiana. Un’esibizione sottolineata da scroscianti applausi, alla quale ha fatto seguito, dall’altra parte di piazza Gabriotti, lo spettacolo della scuola Diamante Danza, inserito per la prima volta nel programma delle celebrazioni del 2 giugno. Una rappresentazione che ha riportato in vita, con una rilettura scenica decisamente riuscita, la pagina indelebile scritta dalle donne che si recarono per la prima volta alle urne nel 1946 per la scelta tra Repubblica e Monarchia. Ideato e diretto da Maria Cristina Goracci e coreografato da Alessia Ferri, lo spettacolo ha mescolato danza, recitazione, musica e testimonianze documentarie con scene dal forte impatto emotivo, esaltate dai passi delle allieve della scuola. Il danzatore Nicolò Mandrelli, che ha interpretato un apprezzato assolo sulle note del brano “La Storia siamo noi” di Francesco De Gregori, e l’attore Andrea Bucci, che ha impreziosito la memoria storica del primo voto femminile, hanno contribuito a rendere piacevole e riuscita l’esibizione. Mentre i Vigili del Fuoco specializzati nelle tecniche SAF (Speleo Alpino Fluviale) Filippo Galizi e Giulio Ventanni, quest’ultimo nel giorno del suo 30esimo compleanno, iniziavano a srotolare il tricolore calandosi con una discesa spettacolare con la fune dalla torre civica, sotto lo sguardo del capo distaccamento Gian Paolo Ciuchi, la soprano Zanchi ha intonato l’inno nazionale con l’accompagnamento della Filarmonica Puccini. Una cavalcata entusiasmante sulle note e sulle parole, accompagnata dall’applauso ritmato del pubblico, che per la prima volta ha avuto anche un bis. Zanchi ha infatti ripreso a cantare con irresistibile entusiasmo il brano, raggiungendo la scalinata del palazzo comunale per coinvolgere nei cori con il pubblico anche il sindaco Secondi, i rappresentanti istituzionali e le autorità civili, militari e religiose presenti. Una chiusura che ha dato davvero l’idea di una spinta comune, forte e convinta da parte di tutta la comunità tifernate, a sostegno della Repubblica e dei valori fondanti della democrazia.