Arcaleni (Castello Cambia): “Interrogazione sui rincari delle bollette idriche per chiedere il blocco degli aumenti e la riapertura al pubblico dell’ufficio a Citta di Castello”

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A fronte dei forti rincari delle bollette per il servizio idrico, ho presentato un’interrogazione che affronti il problema per i cittadini tifernati.
E’ evidente che la questione riguarda tutti gli umbri: secondo i nuovi dati del XX Rapporto di Cittadinanzattiva sul servizio idrico integrato è di 634 euro la spesa media sostenuta dalle famiglie umbre nel 2024, in aumento del 6,7% rispetto al 2023. Confrontando il dato con il 2019, il costo a livello regionale è aumentato del 29,7%.


Siamo sopra la media italiana livello che è di 500 euro a famiglia, mentre la regione in cui si spende meno è il Molise (234 euro, dato invariato rispetto all’anno precedente) dove il servizio idrico integrato è gestito principalmente attraverso un approccio pubblico, con il ruolo centrale dell’Ente di Governo dell’Ambito del Molise.


Negli Ati 1 e 2, in cui sono ricompresi tutti i Comuni serviti da Umbria Acque, come Città di Castello, si parla di un +7,7 % nel 2024 e altrettanto nel prossimo anno: tradotto in euro, i ricavi della bolletta ammonteranno complessivamente quest’anno a 102,5 milioni, 108,3 nel 2025 e poi dal 2026 al 2029 crescerà da 112 a 116 milioni.
Dunque, mentre Umbra Acque annuncia con clamore un bilancio 2024 con forti ricavi e utili, saliti negli ultimi anni, per i cittadini i costi risultano costantemente in aumento, permangono forti criticità nella dispersione idrica, stimata in Umbria in media al 40% , e vengono chiusi gli uffici al pubblico: gli utenti anziani e le categorie fragili in tutto l’Altotevere non trovano alcun punto di accesso.


Chiediamo un deciso cambio di rotta, anche della posizione dell’amministrazione comunale che deve far valere la propria presenza nel CDA, per chiedere la riapertura dell’ufficio al pubblico per almeno un giorno a settimana e per bloccare questi aumenti continui, invertendo una tendenza al rincaro dei costi di gestione che si scaricano tutti sugli utenti.


Accanto a ciò non sfugge che le realtà dove la gestione dell’acqua è pubblica e sottratta agli interessi dei privati, in linea con gli esiti del Referendum sull’acqua pubblica, i costi sono inferiori: crediamo sia il caso di avviare una seria riflessione e valutazione dei processi di ripubblicizzazione della gestione.

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