La demolizione della ex scuola Garibaldi, che viene prevista con una recentissima Delibera di Giunta, può sembrare una buona notizia, perchè è del tutto evidente lo sfacelo in cui versano sia l’edificio che l’area adibita a parcheggio pure a pagamento, malgrado le condizioni molto precarie in cui versa, tante volte sottolineate anche dalla sottoscritta.
Eppure anche questo atto sottolinea un fallimento della presente, come della precedente, amministrazione comunale, perchè arriva con anni e anni di ritardo sia rispetto alle condizioni dell’area sia rispetto alle promesse rimaste del tutto inevase.
E’ del 2018 infatti, l’Accordo di programma tra amministrazione Bacchetta e Fondazione Burri , poi deliberato in Consiglio a giugno, in cui si promettevano investimenti e un progetto faraonico in collaborazione con personalità degli Emirati Arabi: un accordo definito “fuffa” da chi come noi votò contro, sottolineandone le numerose criticità.
Da allora, solo a seguito dei nostri solleciti, l’attuale sindaco annunciò nuove intese e , con una bella stretta di mano, nel 2023 suggellò un nuovo patto con la Fondazione che si sarebbe caricata l’onere, intanto, della demolizione.
Nulla di tutto ciò: la demolizione oggi è a carico dei cittadini perchè nella Delibera è scritto chiaramente che il costo ( 315.000€) sarà coperto con un mutuo acceso con Cassa Depositi e Prestiti.
Inoltre, nessun progetto di realizzazione di piazza Burri è all’orizzonte, ma solo una “riqualificazione dell’area della ex scuola, con realizzazione di parcheggi”.
L’interrogazione che ho presentato in data odierna intende conoscere le opere complessive e la tempistica di tutto il progetto “di riqualificazione dell’area”, se i parcheggi saranno gratuiti o meno e le motivazioni della mancata realizzazione dell’Accordo del 2018, nonchè le reali intenzioni dell’amministrazione in merito al Progetto di realizzazione di Piazza Garibaldi , comprensivo di spostamento della stazione autobus, che doveva costituire l’asse di un’azione di rilancio del centro storico e resta invece simbolo di inconcludenza ed ennesima incompiuta di Città di Castello.