Durante una uscita in canoa della Discesa Internazionale del Tevere, dopo la diga di Alviano (TR) sono stati trovati degli esemplari di Dreissena polymorpha, la cozza zebrata. I partecipanti alla Discesa, hanno avvisato i moderatori nell’ambito del progetto di scienza partecipata “#teveremolluschifantasti…e dove trovarli”.
Il progetto di scienza partecipata, coordinato da ISPRA, a seguito della segnalazione del network ha messo in atto un processo di validazione dell’informazione e di verifica della specie (quest’ultima a carico esclusivo di malacologi) ed ha nserito il dato all’interno del web-gis del Network Nazionale della Biodiversità. La specie è facilmente riconoscibile, a causa di righe chiare e scure sulla conchiglia.
La cozza zebrata, un mollusco bivalve, è tra le specie invasive più dannose in Europa, anche se in Italia, al momento, non sembra espandersi velocemente.
Dopo aver diramato l’informazione seguendo le modalità dell’Early Warning al suo ritrovamento in aprile, è stata successivamente prodotta una pubblicazione scientifica che trovate a questo link: https://www.biodiversityjournal.com/images/pubblicazioni/biodiversity-journal-2025/biodiversity-journal-2025-16-02/biodiversity-journal-2025-16-02_293-299.pdf
Tra gli autori della pubblicazione anche il Prof. Gianluigi Bini del Museo Malacologico di Città di Castello (PG).
Gli autori, al fine di prevenire l’espansione della cozza zebrata ( o cozza zebra) nei sistemi acquatici in Umbria sottolineano come sia è importante monitorare i corsi d’acqua e mettere in pratica i protocolli noti come “check, clean and dry” su tutte le attrezzature che entrano in contatto con laghi e fiumi dove specie invasive sono segnalate e avvisare, tramite procedure di ” Early warning”, ogni qual volta in un nuovo corso d’acqua la specie viene seganalata. Queste pratiche sono particolarmente importanti per evitare la diffusione tra il lago Trasimeno dove la specie è in espansione ed il Tevere dove è da poco arrivata nel tratto alto. Programmi di eradicazione, in particolare in prossimità di impianti artificiali come le dighe idroelettriche, dove la specie solitamente forma colonie, potrebbero, inoltre rallentare la diffusione della specie.
Il ruolo, anche nella regione Umbria, di programmi di scienza partecipata per il monitoraggio della presenza e distribuzione delle specie d’acqua dolce, si dimostrano sempre più efficaci per la conservazione della natura. Secondo un recente report IUCN, infatti, le specie d’acqua dolce hanno un elevato rischio di estinzione, anche a causa, ma non solo, delle specie invasive; la rapida identificazione e successiva eradicazione di specie invasive nei corsi d’acqua possono contribuire a rallentare l’estinzione, locale, di specie native dei nostri fiumi.