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La Pieve di Cagnano, un luogo di fede e tradizione: oltre 200 persone alla festa di San Vicenzo Ferreri protettore delle campagne e degli agricoltori

La Pieve di Cagnano ogni estate si trasforma in una grande comunità. Oltre 200 persone, nel fine settimana scorso hanno sfidato il caldo torrido per partecipare alla festa di San Vicenzo Ferreri protettore delle campagne e degli agricoltori presso la suggestiva e antica Pieve di Cagnano sulle colline altotiberine al confine fra Umbria e Toscana. Una secolare tradizione con tanto di processione, preghiere e raccoglimento per chiedere anche l’intercessione divina e concreta per le attività legate alla agricoltura. La celebrazione in onore di San Vincenzo (patrono degli agricoltori e dei muratori) nell’antica pieve, ora chiesa ricostruita e restaurata dall’Istituto Diocesano dopo i terremoti che si sono succeduti nella storia, si è trasformata ancora una volta in una vera e propria festa internazionale con persone di diverse nazionalità e provenienza che si sono ritrovate a Cagnano. ex turisti inglesi, belgi, olandesi ed una famiglia di americani che hanno acquistato e rimesso a posto ruderi e case coloniche, rappresentanti della secolare Confraternita di Cagnano, hanno sfidato le temperature tropicali ed accolto di buon grado l’invito della Pro Loco Astucci-Celle-Cagnano (con il testa il presidente Federico Smacchia ed il vicepresidente Andrea Baldicchi) e del parroco Don Giorgio Mariotti a ritrovarsi insieme nel giorno della celebrazione di San Vincenzo, per festeggiare come si faceva una volta e chiedere la grazia per l’agricoltura in sofferenza a causa del clima avverso. Come da tradizione, dopo la S. Messa all’aperto celebrata nel piazzale da don Giorgio Mariotti il programma è proseguito con la processione con la confraternita di Celle e la Banda musicale di Monte Santa Maria Tiberina. Come avveniva una volta, è stata portata a spalla la bellissima statua di San Vincenzo ed a metà tragitto il parroco ha benedetto la campagna sottostante, in quanto come detto San Vincenzo è proprio Patrono degli agricoltori e dei muratori e come da tradizione in suo onore gli agricoltori ogni 3 maggio sistemano a bordo dei loro terreni una croce in legno quale richiesta di intercessione divina per il buon raccolto.
“Un grande ringraziamento alla famiglia Giogli Andrea e amici, che hanno speso tanto del loro tempo ed energie per far rivivere questa tradizione”, ha dichiarato Don Giorgio Mariotti nel lanciare un eloquente interrogativo:
“Perché un piccolo agglomerato di case con non più di 20 residenti fissi ha tanta partecipazione a questa festa?
“Si è calcolato che sono stati presenti più di 200 persone.
Credo che questo abbinamento di fede, territorio,tradizioni, amicizia, impegno, siano i fattori dominanti di questo continuo incontro da circa 8 secoli.
La fede credo che sia il fattore principale per collegare il tutto.
Senza la fede prima o poi tutto decade.
Ecco la sua importanza.”

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