“Pur in presenza di un’evasione fiscale che continua a superare in Italia la ragguardevole cifra di 90 miliardi di euro l’anno, continuano a mancare le risorse destinabili al finanziamento di servizi essenziali. Uno degli strumenti individuati dalla legge è quello di favorire la partecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione, anche mediante incentivazioni economiche che potrebbero fornire preziose risorse in periodi di difficoltà a far quadrare i bilanci. Tuttavia, il risultato di questa attività, in base alla lettura dei dati desunti dal sito del Ministero dell’Interno ed elaborati dalla UIL, risulta alquanto modesto, per non dire deludente, in alcuni casi pure in riduzione rispetto al passato”.
“Quali le cause di una debacle confermata dall’esiguità delle cifre riconosciute dallo Stato alle amministrazioni comunali per l’impegno nelle attività di recupero? Alla base, riteniamo che sussiste uno scarso impegno da parte dei Comuni nell’esercizio delle attività di accertamento, ritenute forse scomode nella gestione del rapporto con i propri cittadini/contribuenti. A pesare, c’è poi il taglio dei benefici riconosciuti nel tempo che sono scesi all’attuale 50 per cento calcolato sul maggior gettito riscosso, diversamente da quanto avveniva in passato, quando tale percentuale era del 100 per cento. Si può anche ipotizzare che lo scarso impegno dipenda dalla scarsità di risorse, anche ma non solo, in termini di organici e forse di scarsa preparazione e formazione del personale preposto”.
“Qual è la fotografia della situazione in Umbria? L’importo complessivamente erogato ai comuni umbri nel 2024, ultimo dato disponibile, ammonta ad euro 38112,64, di cui hanno beneficiato solo 4 comuni su 92 di cui 37491,69 in provincia di Perugia e solo 620,95 in quella di Terni. Nel dettaglio, risulta in testa il comune di Monte Santa Maria Tiberina che ha da solo incassato 18955,47 euro, seguito da Citerna con 15301,14 e San Giustino che ha ottenuto 3235,08 euro. In provincia di Terni invece, l’unico comune beneficiario è risultato quello di Narni, che si ferma però a 620,95. Non c’è niente altro, e quindi il dato risulta particolarmente preoccupante, soprattutto nel confronto con i comuni di medie e grandi dimensioni e con il risultato generalmente migliore registrato in vari ambiti dell’Italia settentrionale, a dimostrazione del fatto che laddove c’è la volontà, i risultati sono possibili. Secondo il giudizio della Uilca credito, assicurazioni ed esattorie dell’Umbria, affinché le attività di presidio locale diventino maggiormente efficaci sarebbe opportuno tornare ad elevare la percentuale di gettito riconosciuto ai comuni che si impegnano. Tuttavia, riteniamo necessario un investimento sulla formazione continua del personale e favorire l’implementazione di collaborazioni fra diversi comuni, per favorire il contrasto all’evasione anche nelle piccole o piccolissime realtà. Sarebbe utile, sempre secondo la nostra analisi, anche l’introduzione di un sistema di ulteriore premialità che vada a vantaggio delle amministrazioni più virtuose. Da ultimo, potrebbe giovare la trasformazione di una attività che oggi è facoltativa in una di tipo obbligatorio, circostanza che garantirebbe maggiore trasparenza ed equità, finalizzata al reperimento di risorse necessarie per il finanziamento dei servizi pubblici essenziali e per ridurre il carico fiscale nei confronti dei contribuenti onesti”.
Così in una nota Luciano Mariani, segretario generale Uilca Umbria.