Citerna ospita ‘Sguardi plurimi’: una mostra di fotografia al femminile dal 2 al 31 agosto”

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CITERNA – Dal 2 al 31 agosto 2025 la Sala degli Ammassi, in Corso Garibaldi 26/30 a Citerna, ospita “Sguardi plurimi”, collettiva di fotografia di Erica AndreiniMeri CiuchiFrancesca DonatelliElisa ModestiValeria Pierini e Lucrezia Senserini, a cura di Marco Botti

Sabato 2 agosto, alle ore 18, l’inaugurazione ufficiale alla presenza del sindaco di Citerna Enea Paladino e dell’assessore alla cultura Valentina Ercolani.

L’evento espositivo fa parte di “Echi di donne”, rassegna estiva del Comune di Citerna per celebrare il talento, la forza, la creatività e l’empowerment femminile in diverse espressioni artistiche e culturali.

“Sguardi plurimi” è una mostra in collaborazione e con il patrocinio di Comune di CiternaProloco di Citerna e Piccolomuseo di Fighille. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni, a ingresso gratuito, dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 15 alle 18.

LA MOSTRA

Sei apprezzate fotografe umbre e toscane, ciascuna con il proprio linguaggio, tutte desiderose di confrontarsi e dialogare in uno degli spazi espositivi più affascinanti della Valtiberina, sono le protagoniste di “Sguardi plurimi”, collettiva ospitata per il mese di agosto nella Sala degli Ammassi di Citerna. all’interno della rassegna culturale “Echi di donne”.

Erica Andreini, fotografa biturgense, propone un estratto da “Diario minimo”, progetto che ha previsto un’incubazione lunga due decenni, durante i quali ritagli su ritagli si sono accumulati apparentemente senza un motivo. Inizialmente usati allo scopo di mettere in forma di immagine frasi e appunti dal diario personale, quei frammenti raccontano la complessità percepita di quello che accade all’autrice, la stratificazione delle immagini che riempiono la sua mente, accompagnate dagli oggetti che in un attimo assumono un ruolo significante per poi tornare a essere elementi comuni. La fugacità del pensiero fa sì che gli assemblage siano sempre estemporanei e che vengano distrutti subito dopo essere stati immortalati. Le particelle vengono unificate dallo scatto, come se le lettere scompaginate divenissero una frase di senso compiuto.

Da Sansepolcro arriva anche Meri Ciuchi, che espone parte del suo progetto “Senza aprire le ali”, in cui si osservano, accanto alla figura umana femminile, alcuni insetti dalla forte simbologia, i coleotteri, che per alcune civiltà del passato erano amuleti, per altre simboli del male. Con le loro ali inguainate, chiuse in una corazza, essi ci sorprendono in un volo che non sembra possibile e ci invitano a pensare oltre la realtà visibile, a oltrepassare il silenzio attonito, alla ricerca di un futuro benigno. Osservando i coleotteri, l’artista sente una similitudine con il suo “io”. Quel loro volo inverosimile è allegoria e alta rappresentazione della determinazione di voler raggiungere, pur con tutte le difficoltà che accomunano l’umano vivere, un’evoluzione positiva del proprio essere e del modo di interagire con il mondo esterno.   

Con “My concrete life” Francesca Donatelli, fotografa di Poppi, utilizza un’unica immagine come base. Il volto si fa terreno di sperimentazione, trasformazione personale e rinascita, attraverso un percorso intimo di alterazione della foto. Il ritratto viene manipolato manualmente e chimicamente dall’autrice, in un processo di “ri-fotografia” e contaminazione della stampa. L’opera diventa così un corpo in continua evoluzione, dove l’immagine è aperta al cambiamento. Il gesto artistico si fa rituale trasformativo, mentre il volto fotografato si frantuma, si sporca, si ricuce e si ricompone, tracciando le tappe di un processo creativo non lineare, fatto di ritorni, cancellazioni, sovrapposizioni e ferite visibili. Un viaggio visivo che non cerca la perfezione, ma la verità del percorso. È l’autoritratto come luogo di metamorfosi.

Elisa Modesti si concentra da sempre sull’indagine della figura umana nelle sue più svariate forme. Nel progetto “Legàmi”, composto da foto d’archivio e contemporanee, la fotografa aretina osserva la madre prendersi cura della nonna affetta da demenza senile. I momenti di ascolto, durante i quali vengono ripercorse le strade della vita, sono fondamentali per ricostruire a ritroso l’identità a partire dalle vecchie foto di famiglia, dai ricordi strappati all’oblio attraverso i lunghi racconti. Nell’immagine di grande formato in mostra, tratta dal progetto in continua evoluzione, c’è il recupero identitario di una donna che è allo stesso tempo madre e figlia. Quella foto significativa è l’inizio, il punto in cui tutto è cominciato. Il momento indimenticabile in cui Elisa Modesti e la mamma si sono abbracciate.

La fotografa assisiate Valeria Pierini presenta “I greci non conoscevano il blu”, un progetto sul mare condotto ibridando la fotografia con gli acquerelli, che le permette di portare il paesaggio dal dato reale al dato interiore. Ogni immagine diventa frutto della scelta dell’autrice di dove concentrare il colore, cosa dare a vedere, che sentimento rendere del paesaggio fotografato. Attraverso i colori, Valeria Pierini aggiunge dettagli, creando una resa del mare che è geografica ma anche ideale. Il suo è un portare costantemente a galla la propria versione del mondo e le rotte che partono da un dato certo e diventano emozioni, intuizioni. Lo scopo del progetto è osservare il Mediterraneo in base a interessi geografici, naturalistici, mitologici e storici, restituendo le alterazioni subite dagli ecosistemi e al contempo l’atavica magnificenza del paesaggio.

L’amore per la nonna e l’attenzione verso la solitudine delle persone anziane, l’impatto che la contemporaneità ha su di esse, sono infine al centro del progetto “Emma” di Lucrezia Senserini, fotografa di Arezzo. Emma passa gran parte del tempo alla finestra, osserva il mondo che va avanti come uno spettatore al cinema e attraverso i suoi rituali quotidiani continua a farsi conoscere. Quando sa di essere fotografata, la donna esprime ancora un’intensità e una fierezza che colpiscono. L’autrice sente il bisogno di farle capire che è importante e allo stesso tempo di fissare i momenti di condivisione. La nonna dimostra ogni giorno che gli anziani sono uno scrigno di ricchezza, di esperienze ed emozioni uniche, non persone da mettere in disparte. La loro solitudine, viceversa, può avere anche esiti drammatici. Lucrezia Senserini ce lo ricorda.

“Sguardi plurimi” è una collettiva in cui gli obiettivi di sei artiste sensibili portano l’osservatore a viaggiare con la mente, a riflettere su temi universali, ad aprire i cassetti della memoria, a cercare risposte più o meno celate. Una mostra in cui immergersi, per riaffiorare con una nuova visione di noi stessi e di quello che ci circonda.

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