Palestra delle Emozioni ODV: ancora in soccorso alle popolazioni del Malawi, partito un altro container carico di aiuti

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MONTE SANTA MARIA TIBERINA – Una disperata richiesta di aiuto recepita con assoluta tempestività, nel solco di un impegno solidale che da sempre connota l’attività dell’associazione. “Ora che il miracolo si sta esaurendo e il container è vuoto come un pozzo senza acqua, eccoci ancora a chiedere il vostro sostegno. Fateci la carità di un altro container, perché sono troppi i mesi che ci separano dal raccolto di marzo”. Meno di un mese Iris Valorosi (presidente Palestra delle Emozioni Odv) riceveva quest’accorato appello da Padre Piergiorgio, missionario monfortano in Malawi che nella missiva, oltre ad esprimere un sentito ringraziamento per il supporto ricevuto dall’associazione altotiberina (un container era giunto a destinazione nel febbraio scorso), fotografava la drammatica realtà del Paese africano e scongiurava di adoperarsi per scongiurare un’autentica tragedia umanitaria. La risposta non si è fatta attendere e grazie all’impegno di questa splendida realtà di volontariato nella giornata del 22 luglio è partito un container con all’interno un autentico tesoro consistente in un carico di oltre 177 quintali: 130 quintali di pasta e vari quintali di semolino, olio, biscotti, marmellate, zucchero, sale e materiale scolastico. Beneficiari di quest’esemplare gesto di generosa solidarietà saranno 1.500 orfani dei 4 centri di distribuzione della missione monfortana di Phalula, Utale 1, Utale 2 e Balaka. Il Malawi è un Paese estremamente povero che quest’anno deve inoltre fronteggiare una spaventosa carestia e l’aiuto che arriverà dall’Altotevere rappresenta un sostegno di fondamentale importanza per affrontare il periodo più difficile, ovvero i mesi che ancora separano dal raccolto di marzo. Una tragedia sintetizzata in maniera drammaticamente esemplare in una frase dei ragazzi della scuola riportata nella precedente missiva: “Noi ci impegniamo ogni mattina a tornare in classe – che poi è solo l’ombra di un albero perché mancano le aule in quella che vorrebbe essere una scuola – ma sulla lavagna appesa ad un ramo non riusciamo nemmeno a leggere, perché le parole e i numeri sembra che si muovano e noi, che abbiamo un pasto solo a giorni alterni, sappiamo che invece è colpa della fame”.

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