Ci ha lasciato Silvio Penni, “Herrera”, un pezzo di storia della città e dello sport

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Se ne è andato oggi alla soglia di 89 anni, Silvio Penni, “Herrera”, un pezzo di storia della città e dello sport, il calcio in particolare, che ha rappresentato la sua vita. Storico massaggiatore del glorioso Città di Castello fino agli anni ’74-75 quando ha passato il testimone a Franco Milli (allievo prediletto, grande professionista) e poi custode del mitico campo in terra battuta di San Pio nel rione Montedoro, la sua seconda famiglia che oggi come tutta la città lo piange e lo ricorda con affetto e commozione. “Herrera” cosi soprannominato perché come il mago dell’Inter sapeva leggere al volo ogni gara e immaginare subito tattica e formazione ideale, era uno di quei personaggi che tutta la comunità, non solo sportiva, amava ed apprezzava per le doti umane, per il sorriso e la battuta sempre pronta.

Fra i numerosi messaggi di cordoglio a partire dal sindaco, Luca Secondi, dall’assessore allo sport, Riccardo Carletti, dalla giunta e dal presidente del consiglio comunale, Luciano Bacchetta, che ne ricordano la “figura importante, quale simbolo di valori autentici di passione per lo sport, amore per la città e solidarietà”, quello particolare dell’ex team manager del Milan, Silvano Ramaccioni, accanto a lui in panchina nei gloriosi anni del Città di Castello, con grandi presidenti che hanno fatto la storia del calcio cittadino. “Herrerra – dichiara Silvano Ramaccioni, già direttore sportivo di Città di Castello, Cesena e Perugia – era prima di tutto una grande persona buona, amico di tutti, determinato e professionale nel suo lavoro di massaggiatore che svolgeva con passione e tanto impegno.

Qualche volta lo chiamavano “lesione” per la sua capacità di valutare a distanza dalla panchina in maniera immediata la gravità di un infortunio in campo. Quasi sempre il suo intuito coincideva di li a poco con la valutazione del medico che correva verso il giocatore a terra. Un vero e proprio mago, che, come il grande allenatore Herrera  – prosegue Ramaccioni –sapeva leggere le partite ed interpretare la tattica: era spesso un allenatore aggiunto, ruolo che ora chissà da lassù svolgerà con i compianti giocatori del Città di Castello che c’hanno lasciato e con i presidenti che lo hanno avuto come collaboratore prezioso negli anni belli del calcio.

Ciao Herrera ci mancherai tanto”. Parole di cordoglio anche dai rappresentanti del Rione San Pio-Montedoro che tempo fa gli avevano consegnato una targa in segno di riconoscenza. “Herrera era uno di noi – spiega Claudio Carletti a nome della società rionale – tutti gli dobbiamo tanta riconoscenza per il ruolo sportivo e sociale che ha svolto in quello che è stato non solo un campetto spelacchiato ma una palestra di vita per intere generazioni di ragazzi di allora”. Anche Claudio Tomascucci, vice presidente del Cru della Figc, sottolinea con commozione la grave perdita per la famiglia, la città, lo sport e il calcio che amava tanto: “Herrera ha accompagnato la vita non solo sportiva della comunità locale”.

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