
“L’ordinanza sindacale che limita la vendita e la somministrazione di bevande in contenitori di vetro e metallo nel centro storico e vieta l’utilizzo di questo tipo di recipienti nelle sue aree pubbliche è identica a quella che in Italia viene applicata da anni in tutte le città medio-grandi. Una prassi consolidata nell’ambito dell’Anci, concordata tra prefetture, forze dell’ordine e associazioni di categoria, che risponde alla necessità indispensabile di prevenire episodi che possano compromettere l’ordine pubblico, deturpare la città, ma anche disturbare la quiete e il riposo dei residenti.
L’adottiamo per il centro storico perché è in questo luogo che concentriamo le manifestazioni e gli eventi più importanti, nell’interesse della collettività e a beneficio delle attività commerciali del cuore della città, tra cui tutte quelle coinvolte dall’ordinanza. A queste attività vengono applicate solo alcune limitazioni, in un contesto nel quale il decreto-sicurezza del 2025 varato dal ministro dell’Interno Piantedosi prevede molto di più, ovvero che gli operatori economici diventino soggetti proattivi della tutela della sicurezza con una maggiore responsabilizzazione.
L’obiettivo è di contemperare l’organizzazione di eventi nel centro storico con la tutela della quiete pubblica e della vivibilità dei suoi luoghi. Un obiettivo al quale contribuiamo anche attraverso la nostra Polizia Locale, che con il progetto ‘Estate sicura’ svolge servizi di vigilanza serali aggiuntivi, in coordinamento con le altre forze di polizia, e da quest’anno si avvale anche di un’unità cinofila”. Lo ha spiegato in consiglio comunale il sindaco Luca Secondi, rispondendo all’interrogazione con la quale il capogruppo della Lega Valerio Mancini chiedeva conto all’amministrazione comunale delle motivazioni e delle finalità dell’ordinanza sindacale numero 185 del 17 giugno 2025 (già seguita da analogo provvedimento che ne prolunga il periodo di vigenza fino al 17 luglio), che stabilisce limitazioni alle attività commerciali ed artigianali del centro storico nella distribuzione di bevande contenute in bottiglie di vetro e lattine e vieta il loro utilizzo nel cuore della città. Nel premettere di “apprezzare lo spirito dell’ordinanza sindacale in questione” e di non aver “nulla da eccepire sul suo contenuto, perché rivolge un’attenzione necessaria a comportamenti molte volte a dir poco sopra le righe con l’obiettivo di tutelare la quiete pubblica, il decoro urbano e l’ordine pubblico“, il consigliere Mancini aveva espresso le proprie “perplessità in merito alle ricadute sulle attività commerciali del centro storico, ma anche sulla generalità dei cittadini, dei comportamenti incivili di pochi”.
“Siamo costretti a limitare le libertà delle persone e il funzionamento delle attività commerciali del solo centro storico, perché alcuni signori commettono atti vandalici, disturbano la quiete pubblica, creano problemi di sicurezza e abbandonano bottiglie e lattine”, ha osservato l’esponente della minoranza, che ha aggiunto: “lei, sindaco, ha fatto bene a firmare questa ordinanza, ma io voglio portare l’opinione pubblica a confrontarsi con il fatto che dobbiamo limitare la libertà di tutti per i comportamenti sconsiderati di alcuni”. “Io – ha spiegato Mancini – credo sia giusto che i cittadini debbano essere liberi di fare quello che vogliono, come passeggiare in centro con una bevanda in mano, e che debbano rispettare le leggi, quindi non abbandonare rifiuti, non fare rumore, non devastare beni privati, non spaccare le bottiglie nelle piazze, ma non perché qualcuno mi vieta di vendere o comprare qualcosa”.
Il rappresentante della Lega aveva chiesto, quindi, di capire “quali specifiche analisi o dati statistici abbiano condotto alla necessità di un provvedimento così stringente e generalizzato, piuttosto che a misure più mirate, considerato l’impatto su una vasta porzione della cittadinanza e sulle attività commerciali”. “In che modo l’amministrazione intende bilanciare le esigenze di tutela della quiete e del decoro con il diritto alla libera attività imprenditoriale dei pubblici esercenti, in particolare di quelli che basano una parte significativa del loro fatturato sulla vendita per asporto in tali contenitori?”, aveva aggiunto Mancini, domandando se fossero state valutate “soluzioni alternative meno impattanti per le attività economiche del centro storico, ma anche eccezioni o deroghe” e “quali misure di supporto o informazione siano state previste per i commercianti e i residenti al fine di facilitare l’adeguamento alle nuove disposizioni”.
“Quali strategie alternative o complementari all’ordinanza sono state considerate o verranno implementate per affrontare le problematiche del degrado urbano e del disturbo della quiete pubblica?”, aveva proseguito Mancini, chiedendo come l’amministrazione intenda “monitorare l’efficacia di questa ordinanza”. Nel rimarcare come l’ordinanza sindacale oggetto dell’interrogazione “risponda all’esigenza di mettere in atto un’attività preventiva, che, per quanto di competenza del Comune, non può che essere collegata a conseguenze di tipo sanzionatorio sotto il profilo amministrativo in caso di violazioni”, il sindaco Secondi ha osservato: “è ovvio che vada a identificare zone specifiche, come quelle del centro storico, e non si estenda tutto il territorio comunale”.
“E’ dal centro storico, dove il Comune concentra i suoi eventi principali, da Estate in città alla Mostra del Tartufo, da Only Wine ad Altrocioccolato, solo per citarne alcune – ha rilevato il primo cittadino – che emerge l’esigenza di prevenire fenomeni che possano compromettere ordine, decoro e quiete pubblici”. “L’investimento che il Comune fa nel centro storico durante tutto l’anno – ha puntualizzato Secondi – è per portare gente nel cuore della città. Le prime beneficiarie di questa scelta politica sono, quindi, proprio le attività commerciali interessate dall’ordinanza, a cui chiediamo di collaborare perché le opportunità che creiamo nel centro storico con gli eventi possano essere compatibili con il rispetto, oltre che dell’ordine pubblico, anche della quiete pubblica e dell’aspettativa dei residenti di vivere con tranquillità”. “Parliamo di una prassi ormai consolidata in tutte le città di dimensioni analoghe o maggiori a quella di Città di Castello, che non sarà la panacea di tutti i mali, ma è sicuramente è un’azione di prevenzione importante e indispensabile, che peraltro è concordata con le associazioni rappresentative degli stessi commercianti”, ha ribadito Secondi.
Il sindaco ha, quindi, concluso: “dispiace anche a me che molto spesso per ottenere comportamenti civili si debbano utilizzare strumenti come quelli delle ordinanze, ma, purtroppo, è un indirizzo generale al quale non ci sono alternative”. Il consigliere Mancini ha ringraziato il sindaco, rimarcando di aver posto la questione “per sensibilizzare i cittadini e farli riflettere sul fatto che il ricorso a certi provvedimenti, dai quali la libertà è oggettivamente limitata, sia causato dal mancato rispetto delle regole elementari di convivenza civile”. “Questo mi dà fastidio – ha sostenuto il consigliere – perché per colpa di dieci cittadini isolati dobbiamo sottostare tutti a comportamenti limitativi delle della libertà e rischiare sanzioni”.