Pittura e kimoni nella mostra dal titolo, “Trame. Pittura e Kimono” di Chigusa Kuraishi, (inaugurata alla presenza dell’assessore Rodolfo Braccalenti ) in programma presso le sale espositive di Palazzo del Podestà fino al 24 agosto. Quando il suono delle parole lascia traccia sul tessuto della materia e il colore diventa simbolo del sogno, allora probabilmente ci accorgiamo di trovarci nella mostra “Trame.
Pittura e Kimono” di Chigusa Kuraishi. La tradizione giapponese – si legge nel catalogo di presentazione – sembra essere sigillata già tutta nel titolo, nella binaria congiuntura della pittura e del kimono, entrambe così tanto scisse mantenute nell’esecuzione artistica, e così tanto concettualmente compiute all’interno della trama di significati che nascondono. Ma la disciplina nipponica di cui si riveste la forma di Kuraishi, non è che solo il baco da seta che costituisce il requisito formale dell’intreccio, se l’ordito narrativo è impregnato invece di profumo tutto perugino.”
Chigusa Kuraishi è una artista di origini giapponesi ma trapiantata a Perugia da quasi cinquant’anni, città dove ha importato un’Arte, con la sua primigenia gamma di colori e le sue emozioni tattili, del tutto sconosciuta alla cultura della post-avanguardia italiana. Sebbene tuttavia in cinquant’anni le origini asiatiche rischino di estirparsi nel “giardino della ragione occidentale”, la sua arte continua a conservarsi come un arcaico scrigno di bellezza inedita non solo per il capoluogo umbro ma anche per le altre piccole e grandi realtà del nostro Paese.
“Entrambi, la tela e il kimono – precisano i curatori – sono due frutti dello stesso telaio della fantasia, in quanto l’uno serve alla rappresentazione emblematica dell’idea, l’altro alla rappresentazione simbolica dell’identità. Entrambi, ancora, sono sineddoche microscopica dei plurimi intrecci della storia dell’arte. La brillantezza delle forme e la tersa armonia dell’atmosfera che circonda i soggetti di Kuraishi, sono gli ingredienti che ella riceve in eredità dai locali capolavori umbri della stagione rinascimentale, quelli cioè del Signorelli, del Pinturicchio, del Perugino e del Raffaello.
Specialmente la sacralità del volto della pittura giovanile di Raffaello in Umbria, concentratasi non a caso proprio a Città di Castello per la committenza della Pala Baronci e del Gonfalone della Trinità, protagonista attuale di una prossima grande mostra internazionale, è la derivazione spirituale con cui il pennello di Kuraishi traccia le cosiddette “auree liriche” sulla tela.”
“Un prezioso contributo a rendere ancora più ricco il programma culturale di Estate in città, quello offerto dall’artista Chigusa Kuraishi, in un contenitore di grande suggestione e storia come palazzo del Podestà”, ha sottolineato l’assessore alla cultura, Michela Botteghi.