Nell’imminenza dell’udienza preliminare sulla richiesta di rinvio a giudizio a carico del sig. Goracci, ex amministratore unico di SOGEPU, e dell’ex Amministratore di SOGECO, dopo aver chiesto la convocazione di un Consiglio comunale urgente insieme ad altri consiglieri, ho protocollato un Ordine del giorno, da discutere e votare, per la costituzione parte civile del Comune nel procedimento.
In qualità di Consigliere comunale, a me appare assolutamente necessario che, a fronte della fissazione dell’udienza preliminare per il 10 settembre ‘25 in cui il Gup deciderà sulla richiesta della Procura di Cantone di rinvio a giudizio, si affronti pubblicamente la questione perchè quella è la sede in cui le parti che si ritengano lese dagli imputati possono costituirsi parte civile.
Una decisione che a nostro avviso non può non riguardare anche la società SOGEPU e il Comune di Città di Castello, malgrado il silenzio che avvolge questa vicenda, sulla quale sindaco e amministratori di maggioranza non si sono mai espressi, se non con una generica fiducia nella magistratura e guardandosi bene dal commentare le responsabilità politiche collegate alla vicenda.
Vorremmo sapere se sono state acquisite tutte le carte disponibili per valutare se i fatti contestati configurano gravi conseguenze sotto il profilo economico, reputazionale ed istituzionale.
Sulla base degli atti, si ritiene o no che l’ex A.U di Sogepu, per il quale la Procura chiede il rinvio a giudizio per corruzione (e altri reati), nominato dal Sindaco del Comune di Città di Castello per un totale di tre mandati triennali consecutivi e prorogato di fatto fino al giugno 2023, abbia con la sua condotta leso gli interessi del Comune e di SOGEPU, partecipata al 91%?
Si ritiene che il Comune abbia ricevuto un danno di immagine a causa della vicenda?
La Corte di Cassazione chiarisce che un Comune può agire come parte civile in un processo penale quando il reato contestato ad un gestore di servizi pubblici abbia causato un danno diretto alla comunità locale, potendo questo includere danni ambientali, economici o sociali che ricadono sulla collettività amministrata dal Comune.
Sappiamo bene che questa, oltre ad essere una decisione tecnica è anche una decisione che richiede una volontà politica, se per politica intendiamo la difesa del bene comune e la tutela degli interessi pubblici (e non privati) dei cittadini, in qualunque sede.
E’ venuto il momento che anche il Sindaco e questa maggioranza dicano alla città cosa ne pensano.