Tartufaio da oltre settanta anni, per passione e tradizione come in tanti a Città di Castello ed in altotevere, vera e propria capitale della “filiera” del tartufo, dalla cerca alla tavola

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Tartufaio da oltre settanta anni, per passione e tradizione come in tanti a Città di Castello ed in altotevere, vera e propria capitale della “filiera” del tartufo, dalla cerca alla tavola. La bella storia di vita e di valori genuini di Aldo Bianchini, 92 anni, cavatore in attività, conferma questa tendenza, ormai un fatto di costume che caratterizza da secoli il lembo di terra più a nord dell’Umbria. Proprio ieri, l’esperto tartufaio, iscritto da sempre all’associazione Tartufai Altotevere, dove il fratello Italo, fondatore, svolge da anni il ruolo di segretario, ha messo a segno il primo “colpo” stagionale scovando con la sua cagnolina “Brilla”, alcune trifole, prelibato tartufo bianco, di ottima pezzatura e profumo del peso complessivo di oltre trecento grammi. Un breve giro nei boschi ed il fiuto impareggiabile del cane ha consentito come tante altre occasioni di tirare fuori dalla terra le pepite “bianche”. Il decano dei cavatori tifernati all’età di venti anni, prima a Pietralunga, luogo di origine e poi negli anni successivi a Città di Castello, esce in tutte le stagioni, con il proprio cane alla ricerca del prezioso tubero: in primavera, estate, autunno e inverno, con il caldo, il freddo, con la nebbia e la neve.

La passione è più forte delle condizioni climatiche e della carta d’identità. Passione che Aldo ha ereditato in famiglia e poi con tanto entusiasmo l’ha trasmessa al fratello e a tanti amici. “Prima il lavoro in campagna nell’azienda agricola di famiglia, poi da giovanissimo ho iniziato a fare le prime uscite alla ricerca dei tartufi, che a casa mia hanno non sono mai mancati. Il profumo ed il sapore delle scaglie di trifola sulle tagliatelle preparate dalla mamma e sugli gnocchi fa parte dei ricordi più cari della mia vita”, racconta sempre Aldo Bianchini accanto a tanti e aneddoti legati alle innumerevoli uscite nei boschi con i cani, Zara, Brilla, Dik, in prevalenza bracchi pointer.

“La bella storia di Aldo Bianchini e del suo amore per i cani, la passione per una tradizione secolare legata alla cerca del tartufo, sono un vanto per la nostra comunità locale, un esempio per le giovani generazioni ed un punto di riferimento per tutti”, dichiarano, l’assessore al commercio e al turismo, Letizia Guerri ed il presidente dell’Ente Fiera Nazionale Bianco Pregiato, Lazzaro Bogliari. “Aldo Bianchini, con i suoi valori, l’amore per la nostra attività, rappresenta un punto di riferimento per tutti. Ne siamo orgogliosi”, sottolinea, Andrea Canuti, presidente dell’associazione tartufai altotevere

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