Il governo Meloni aveva promesso di superare la Legge Fornero e di introdurre “Quota 41 per tutti”. Invece ha fatto l’esatto contrario: l’età pensionabile aumenta e gli assegni diventano sempre più poveri.
A fine anno scadranno Quota 103 e l’APE Sociale, mentre “Opzione Donna” viene cancellata. Dal 2030, chi è nel sistema contributivo potrà andare in pensione a 64 anni solo se percepirà almeno 1.811 euro al mese: una soglia che taglia fuori la maggioranza dei lavoratori, soprattutto le donne.
Dal 2027 la pensione di vecchiaia salirà a 67 anni e 3 mesi, e dal 2029 a 67 anni e 5 mesi. Altro che superamento della Fornero: il governo Meloni ne sta aggravando gli effetti.
Intanto dal 2025 entreranno in vigore nuovi tagli ai coefficienti di trasformazione, che ridurranno ulteriormente le pensioni future, mentre nei settori pubblici restano i ritardi fino a sette anni per ricevere il TFS o TFR. Nel biennio 2023-2024, la mancata rivalutazione degli assegni ha già fatto perdere ai pensionati 60 miliardi di euro complessivi. Sono tutte problematiche che anche nel nostro territorio hanno e avranno una ricaduta sociale pesantissima.
Mentre si colpiscono lavoratori e pensionati, nessuna misura concreta viene presa contro l’evasione fiscale e contributiva. Serve una vera riforma previdenziale pubblica, equa e solidale, che garantisca una vecchiaia dignitosa a chi ha lavorato una vita. Per provare a farlo però il governo Meloni va mandato a casa il prima possibile.
Rifondazione comunista Alto Tevere – Federazione di Perugia