Il professor Federico Rossi, ordinario di Fisica Tecnica presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia, partecipa fino al 22 novembre ai lavori della COP30 sui cambiamenti climatici, in corso a Belém, in Brasile, nell’ambito della delegazione italiana di RSE – Ricerca sul Sistema Energetico, guidata dal professor Franco Cotana.
All’interno delle sessioni dedicate alle tecnologie energetiche avanzate, il professor Rossi terrà una relazione congiunta con la delegazione RSE sulle potenzialità della fusione nucleare a confinamento inerziale come futura fonte energetica ad alta intensità e a basse emissioni.
Negli ultimi anni, anche grazie alla collaborazione con il premio Nobel per la Fisica 2014, Shuji Nakamura, la ricerca ha registrato progressi significativi sia sul versante dei sistemi laser utilizzati per innescare la reazione di fusione, sia in relazione all’ottimizzazione del ciclo del combustibile. Tali sviluppi contribuiscono a rendere sempre più concreto lo scenario in cui la fusione a confinamento inerziale potrà affiancare e integrare le altre tecnologie low-carbon nel quadro della transizione energetica.
Nel suo intervento il professor Federico Rossi ssottolinierà come la fusione nucleare rappresenti una prospettiva di energia estremamente pulita, con riserve di combustibile praticamente illimitate, in grado, nel medio-lungo periodo, di offrire un contributo determinante alla soluzione delle criticità energetiche globali, coniugando sicurezza dell’approvvigionamento e riduzione delle emissioni climalteranti.
Il contesto internazionale in cui si colloca questo sviluppo tecnologico è caratterizzato da una crescente domanda mondiale di energia, dovuta non solo all’aumento della popolazione e allo sviluppo economico, ma anche all’espansione dei settori ad alto consumo elettrico, come la digitalizzazione avanzata e l’intelligenza artificiale, che richiedono infrastrutture di calcolo e data center sempre più energivori. Tali dinamiche rendono ancora più urgente la disponibilità di fonti energetiche sostenibili, ad alta densità e programmabili, come la fusione e l’idrogeno.
Nel corso della COP30, il professor Rossi interverrà inoltre con una seconda relazione dedicata all’idrogeno, ambito nel quale è recentemente risultato assegnatario di un importante progetto FIS. L’intervento analizzerà il ruolo dell’idrogeno nei futuri sistemi energetici: modalità di produzione a basse emissioni, criticità e opportunità di stoccaggio e trasporto, utilizzi finali nei settori difficili da elettrificare e integrazione con le fonti rinnovabili per la realizzazione di sistemi energetici flessibili e pienamente decarbonizzati.
Fusione nucleare e idrogeno vengono presentati come elementi complementari di un sistema energetico avanzato, integrato e resiliente, in grado di garantire continuità di fornitura, riduzione delle emissioni e competitività per il tessuto produttivo; in questo quadro, l’Italia, grazie all’impegno di università, centri di ricerca e realtà come RSE, può svolgere un ruolo di primo piano nella definizione del nuovo paradigma energetico.
La partecipazione del professor Rossi alla COP30, in sinergia con la delegazione RSE, conferma il ruolo attivo dell’Università degli Studi di Perugia nei principali tavoli internazionali dedicati al clima e all’energia, contribuendo alla definizione di strategie e tecnologie innovative per un futuro decarbonizzato e sostenibile.
