Il convegno “Rapporto Medico-Paziente – Ascoltare e comprendere: la chiave dell’efficacia terapeutica nell’era digitale”, organizzato dall’Associazione Mogli Medici Italiani – sezione di Città di Castello con il patrocinio dell’amministrazione comunale, si è svolto sabato 29 novembre alle 15.30 nella Sala Consiliare del Comune, registrando una partecipazione attenta e qualificata.
Apertura dei lavori
Ha introdotto i lavori la presidente AMMI, Francesca Nardi, che ha presentato il senso dell’iniziativa sottolineando come, in una sanità sempre più tecnologica, l’ascolto autentico resti il cardine della relazione di cura. È seguito il saluto istituzionale dell’assessore alle Politiche sociali e Protezione civile del Comune di Città di Castello, Benedetta Calagreti, che ha rimarcato l’importanza del tema e ringraziato AMMI per aver acceso i riflettori su un argomento così centrale per la qualità dell’assistenza.
Le parole che curano
Il neurologo e psicoterapeuta Pierluigi Brustenghi, intervenendo su medicina narrativa e neuroscienze, ha evidenziato come chi cura debba saper uscire dalle “cornici” che rischiano di ingabbiare lo sguardo e impedire di vedere davvero l’altro. Ha richiamato il valore delle parole nel sostenere l’elaborazione del dolore, citando il pensiero di Hannah Arendt, e ha definito l’accoglienza dell’altro come un atto insieme etico e conoscitivo, che richiede maggiore capacità di porre domande e di attivare un dialogo: se la domanda è giusta, si apre una narrazione, altrimenti si ottengono solo informazioni.
Empatia e competenze relazionali
Il sociologo Paolo Trenta ha posto l’accento sulla distinzione tra competenze tecniche e competenze relazionali, ricordando come l’università e i percorsi di studio forniscano soprattutto hard skills, mentre le soft skills non vengano praticamente insegnate, pur essendo decisive nella pratica clinica. Ha insistito sul ruolo dell’empatia, invitando i medici a mettersi nei panni del paziente con una “giusta postura” interiore e relazionale, perché il corpo diventa espressione teatrale della psiche e la qualità della presenza del curante incide profondamente sul percorso terapeutico.
Tecnologia e umanità nella cura
Nel corso dell’incontro è stato più volte ribadito come, in un contesto sanitario attraversato da intelligenza artificiale, digitalizzazione e percorsi clinici complessi, il rapporto umano tra medico e paziente resti un elemento insostituibile di efficacia terapeutica. L’attenzione all’ascolto, alla comprensione profonda della persona e alla capacità di integrare competenze scientifiche, sensibilità umana e nuovi strumenti digitali è emersa come la vera sfida per una medicina che voglia rimanere vicina ai bisogni reali dei cittadini.
L’Intelligenza Artificiale in corsia
L’intervento del dottor Giampaolo Rossi ha mostrato come l’Intelligenza Artificiale, dal Machine Learning al Deep Learning, stia rivoluzionando la medicina con modelli predittivi che rendono analisi e diagnosi più rapide e precise. Attraverso esempi pratici, in particolare in radioterapia, ha evidenziato come l’AI supporti i medici nell’interpretazione delle immagini e nella definizione di trattamenti più mirati
Rossi ha inoltre richiamato il potenziale dei “gemelli digitali”, copie virtuali del paziente capaci di simulare malattia e risposta alle terapie, aprendo la strada a cure sempre più personalizzate e su misura. In questa prospettiva, la tecnologia diventa uno strumento per affinare le decisioni cliniche, senza sostituire la centralità del rapporto umano nella cura.
Chiusura e partecipazione
Il coordinamento e la moderazione dei contributi sono stati curati dal dottor Graziano Conti, che ha guidato il dibattito valorizzando il dialogo con il pubblico. L’iniziativa, aperta alla cittadinanza, ha offerto ai presenti un’occasione concreta di confronto su come ripensare la relazione medico-paziente nell’era digitale, confermando l’impegno di AMMI Città di Castello nella promozione di una cultura della cura fondata su competenza, responsabilità e umanità.
