La città candidata a capitale italiana della cultura eroga un contributo di 2500 euro e concede gratuitamente un teatro comunale ad un’associazione per ospitare uno scrittore. Sarebbe una bella notizia per la valorizzazione dell’offerta culturale del territorio aretino se accadesse sempre così. Forse sarebbe poco sostenibile per le casse pubbliche, infatti la giunta aretina fa così solo per gli amici degli amici e per ospitare spettacoli conformi alla visione politica di un’amministrazione fra le più retrograde del panorama italiano.
Basti vedere il contenuto della delibera di giunta dello scorso 7 gennaio, con cui rapidamente si è soddisfatta la richiesta di un’organizzazione che aveva fatto richiesta del contributo a San Silvestro. Un finanziamento lampo per stendere un red carpet a Diego Fusaro e allo show “Bibbiano – Il gender è già tra noi”, che si è tenuto giovedì sera.
Avevamo ragione a dubitare di questa serata, infatti, cari aretini, sappiate che il cachet per questo personaggio l’avete pagato voi. Il biglietto della serata al Teatro Pietro Aretino lo hanno pagato tutti i cittadini, è bastato che un’associazione presentasse richiesta che il Comune l’ha subito accontentata erogando una cifra con la quale si può organizzare un piccolo festival letterario. Invece, i nostri «esperti culturali» hanno deciso di impiegarli per pagare Fusaro e il suo spettacolo sul gender e Bibbiano. Due «argomenti di distrazione di massa» mentre gli amministratori di questa città continuano a sperperare soldi pubblici, curiosamente mentre la magistratura ascolterà alcuni di loro indagati per le vicende legate all’impiego delle risorse delle società partecipate, anche quelle con una certa manica larga quando si tratta di amici e di amici degli amici.
«È un modus operandi discutibile – dichiara Andrea Modeo, consigliere del Pd di Arezzo – chiederemo chiarimenti alla giunta, ci sembra imbarazzante notare che alcune associazioni abbiano risposte così positive e rapide, mentre altre faticano a trovare una risposta dall’amministrazione comunale»
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