Progetto donna, inaugurato punto d’ascolto per vittime di violenze

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Nuovo strumento di tutela delle vittime di violenze grazie a Progetto Donna. L’associazione ha presentato il nuovo punto d’ascolto in via Settevalli 231, alla presenza di autorità politiche.
Un forte risposta a tutela delle vittime di violenze. L’associazione Progetto Donna ha dato il via al nuovo punto d’ascolto di via Settevalli, n. 231. Alla conferenza in Sala Rossa di Palazzo dei Priori erano presenti lunedì 3 febbraio la presidente Tiziana Casale, l’assessore Edi Cicchi del Comune di Perugia, i consiglieri Massimo Pici, Francesca Vittoria Renda, Maria Cristina Morbello, Francesca Tizi ed Emanuela Mori, nonché la consigliera supplente Elena Tiracorrendo, Regione Umbria.
Tiziana Casale commenta con soddisfazione: Progetto Donna punta “a far conoscere a donne e uomini i propri diritti. A volte infatti le stesse vittime di violenze non hanno consapevolezza degli strumenti di tutela che spettano loro. Il nuovo punto di ascolto di Progetto Donna svolgerà una continua attività di ascolto, vantando un gruppo di professionisti. Lavoreremo principalmente nei seguenti punti: orientamento delle vittime, organizzando settimanalmente corsi di auto-mutuo-aiuto utili al confronto reciproco di storie di violenza. Corsi di formazione rivolti a tutti gli operatori che ruotano intorno alla vittima. Assistenza legale garantita dalla studio legale degli avvocarti Alessia Pula e Daniele Federici”.
Grazie al lavoro difesa già svolto finora dall’associazione, un gran numero di donne e uomini hanno ottenuto sostegno, spiega in conferenza Tiziana Casale. “Le vittime di violenza appartengono infatti a entrambi i generi e spesso sono giovani. Però sono più spesso le donne ad essere ingabbiate dentro una spirale di negazione della propria dignità. A questo si è arrivati anche per colpa del retaggio di una cultura non votata all’educazione sulla parità. Noi offriamo una possibilità di cambiamento alle condizioni di vita delle vittime di violenza. Non intendiamo dare consolazione, bensì concreta tutela. Chi si intende avvalere del nostro aiuto potrà farlo tramite appuntamento. Da oggi è operativo uno strumento fondamentale: il punto d’ascolto di via Settevalli n. 231. Abbiamo inoltre una linea telefonica dedicata, la pagina facebook.com/assprogettodonna ed il sito web utile ad accogliere le richieste: www.progettodonna.org”.
Progetto Donna è nata nel novembre 2015 e gode del patrocinio di Comune, Provincia e Regione Umbria. “E’ fondamentale sensibilizzare gli individui alla cultura della parità. Ecco perché l’associazione si rivolge anche agli uomini. A tale scopo organizziamo corsi di formazione e informazione. Le vittime di violenza devono potersi riappropriare della propria dignità, così da prendere libere decisioni. E decidere significa libertà” – sottolinea la presidente Casale. I corsi di formazione professionale di Progetto Donna si riferiscono a esperienze individuali, così da costituire una possibilità di reinserimento sociale. Numerosi progetti sono in partnership con: Associazione Lavoro Over40;,con la L.I.D.U. Lega Italiana dei Diritti Umani, con cui l’associazione ha organizzato nel 2017 corsi di notevole livello scientifico. Sempre nel 2017 Progetto Donna, in collaborazione con L.I.D.U., con l’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica, l’Osservatorio Nazionale Adolescenza, l’A.N.C.R.I. di Foligno, l’Associazione Italiana famiglie VIttime della Strada ha organizzato il corso di alta formazione in Vittimologia e Victim Support, incentrato su assistenza, sostegno e protezione delle vittime di reato.
L’associazione ha evidenziato la necessità nei processi civili e penali di garantire, da parte della magistratura, il principio di uguaglianza sostanziale (articolo 3 comma 2 della Costituzione). In questo senso anche l’articolo 51 della Costituzione ad oggi non risulta pienamente attuato. Nei processi penali Progetto Donna chiede che sia garantita una corsia preferenziale ai reati contro la persona, in modo che in udienza non siano trattati, non vengano confusi coi reati di tipo di diverso. “Inoltre sono necessari tempi rapidi di indagine e di dibattimento. In pratica, di rispettare la condizione di vittima delle donne, applicando finalmente anche in Italia la direttiva europea 29 del 2012” – conclude la presidente Tiziana Casale.

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