Sarebbe stata una bella giornata per il Consiglio comunale e per la democrazia rappresentativa ; un organo che si riappropria di centralità e due sfidanti che si contendono senza logiche impositive il ruolo di garante dell’Assemblea.E dispiace che a dirimere la contesa sia stato un anacronistico comma dello Statuto che assegna a parità di voti la vittoria al più anziano anagraficamente quando quasi tutte le Leggi, gli Statuti e i Regolamenti di nuova stesura privilegiano al contrario il più giovane. Ma non è questo il punto. La maggioranza ha chiesto e ottenuto dopo l’elezione l’interruzione del Consiglio e il Sindaco ha pubblicamente affermato di aver messo sul piatto le proprie dimissioni nel caso di sconfitta del candidato del PD. E’ questo che ha trasformato una giornata di democrazia in un’ammissione di occupazione militare delle istituzioni da parte di una maggioranza allo sbando e in preda a faide interne. Non ho mai nascosto la mia amicizia (personale e non politica) per il Primo Cittadino ma mi permetto di non credere neanche un po’ all’arma spuntata delle dimissioni e dispiace che qualcuno abbia abboccato. Le dimissioni di Bacchetta avrebbero difetto consegnato, per il meccanismo elettorale vigente, la Presidenza della Provincia a un Sindaco di centrodestra e conseguentemente non sono minimamente credibili. Dispiace soprattutto per Città di Castello che sta vivendo un’involuzione economica e sociale in un clima da basso impero. All’opposizione l’obbligo di costruire un’alternativa credibile basata su competenze e capacità di sacrificio, requisiti imprescindibili visto il momento storico oggettivamente difficile
Lignani (Fd’I) “maggioranza allo sbando, Città di Castello merita di piu”
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