Non possiamo continuare a combattere con le bende agli occhi! Alla luce delle evidenze di questi ultimi giorni si rende imprescindibile attuare un’azione massiccia con test e tamponi a tappeto nei confronti degli operatori sanitari e dei soggetti maggiormente esposti, in via prioritaria
quando questi si sono trovati ad operare in situazioni dove non è stato possibile distribuire i dpi necessari. In questo caso i tamponi andrebbero resi obbligatori.
Sempre più soggetti dal mondo medico e scientifico stanno convergendo sul fatto che occorrA moltiplicare gli sforzi per estendere il più possibile i controlli e verificare chi, al di là dei sintomi, sia positivo al Coronavirus in modo da “rompere le catene della trasmissione”. Su tale vicenda
si è espresso anche il direttore generale Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus che lo ha detto molto chiaramente: «Test, test, test». A tal proposito impossibile non citare lo studio del professor Romagnani sulla popolazione di Vo’ Euganeo dove si è accertato che fino al 75% della
popolazione contagiata potrebbe essere asintomatica.
Potenziare i laboratori analisi con nuove strumentazioni e risorse, vanno acquisite tutte le più affidabili tecnologie di diagnosi veloce che possono coadiuvare e sostenere il lavoro dei laboratori, che rimane centrale.
È necessario agire al più presto perché ciò vorrebbe dire salvare delle vite umane, perché solo isolando gli asintomatici si possono impedire la maggior parte contagi.
Se da una parte ci rendiamo conto che sarebbe sostanzialmente impossibile attuare tamponi per tutti i cittadini umbri, il numero dei soggetti esposti da sottoporre a controlli in questo momento è certamente tale da consentirne il monitoraggio.
Tra l’altro sono sempre più le regioni che stanno convergendo sull’attuazione dei tamponi a tutti gli operatori sanitari, a cominciare dal Veneto dove già si sono fatti 40mila tamponi, alla Toscana che ha disposto l’acquisto di 500 mila test sierologici da somministrare anzitutto a chi è
più esposto al rischio contagio, cioè medici e paramedici. A seguire anche Emilia-Romagna e Marche si stanno muovendo in tal senso per arrivare alla Campania dove il governatore Vincenzo De Luca ha comprato un milione di test rapidi che, anche se non forniscono una prova al 100
per cento del contagio, aiutano a fare una prima scrematura e a gestire l’emergenza. Non da ultimo la Sicilia dove con apposita ordinanza del governatore Mesumeci si procederà con un preciso ordine di priorità facendo i test a tutto il personale ospedaliero coinvolto nella gestione
dell’emergenza sanitaria.
E in Umbria? La risposta che ha dato l’assessore Coletto nei giorni scorsi alle nostre richieste si inserisce purtroppo in un clima di deresponsabilizzazione e di un inopportuno gioco delle parti tra regione e governo portato avanti in primo luogo dalla stessa presidente Tesei con
un’azione tesa a camuffare il totale immobilismo del suo operato.
L’auspicio è che la giunta regionale esca dalla modalità campagna elettorale e si agisca quanto prima con scelte coraggiose. Dobbiamo proteggere quell’esercito che combatte il virus prima linea, togliamoci le bende dagli occhi, agiamo uniti e compatti prima che sia troppo tardi.