Carenza di servizi spacciati per progressi tecnologici: la faccia tosta di una Giunta al tramonto
Città di Castello, 16 luglio 2020
Ci vuole una discreta faccia tosta ad annunciare trionfanti nuovi processi di digitalizzazione (e di pagamenti) da parte della Giunta comunale tifernate spacciandoli per innovazioni e migliori servizi. Affermazioni che, neanche troppo velatamente, mostrano tutta la precarietà di una gestione emergenziale inadeguata soprattutto nell’attuale fase di superamento della stessa. In pratica i servizi ai tifernati non potranno quasi più svolgersi con un contatto diretto ma solo attraverso la rete dimenticando che il rapporto Comune/Cittadino non può essere asettico e che l’utente ha tutto il diritto a spiegazioni nel momento stesso in cui paga tasse o prestazioni dalla Pubblica Amministrazione. L’appuntamento per accedere agli uffici con conseguente rigidità temporale diventa la prassi e non l’eccezione dovuta all’emergenza.Si dimentica inoltre che una vasta fascia di popolazione non ha accesso ai servizi in rete o per mancanza di copertura (di questi giorni il dibattito sul mancato utilizzo della fibra e sul 5G) o per un gap di formazione dovuto all’età a anagrafica o per difficoltà economiche. Non va dimenticato in questo contesto il recente appello del primo Cittadino che ha chiesto pubblicamente ai dipendenti pubblici di tornare al lavoro in presenza abbandonando lo smart working proprio per le motivazioni sopra riportate. Da ultimo l’Amministrazione comunale ha previsto nel bilancio di previsione 2020 un aumento del gettito di entrate per quanto concerne oneri, permessi e servizi ai cittadini dando per scontato, ma è tutto da dimostrare, una accelerazione della ripresa economica; in sostanza lo sbandierato processo tecnologico si sostanzia non solo in una contraddizione politica tra il Sindaco e alcuni membri della sua Giunta ma anche in un calo di qualità dei servizi erogati ma allo stesso costo. Meglio sarebbe stato un approfondimento e un confronto nelle Commissioni consiliari competenti per gestire un momento di innovazione che ha parametri non solo tecnici ma anche sociali complessi. Ma è chiedere troppo a una politica che ha abdicato, per pigrizia o per mancanza di competenze, allo strapotere della parte burocratica dell’amministrazione in cambio di visibilità a basso costo.