“A seguito dei recenti lavori che hanno coinvolto l’area di Gragnano e San Pietro, sono stati portati alla luce dei materiali archeologici riferibili ad una prima ipotesi al periodo romano. Oltre alla grande curiosità che questi resti doverosamente portano, hanno suscitato in noi anche un timore; temiamo, infatti, che ciò si trasformi in un’altra grande occasione persa per la nostra vallata. Ci auguriamo fortemente che le evidenze archeologiche rinvenute durante lo scavo del nuovo metanodotto da parte dell’azienda Snam, vengano viste (qualora fosse possibile) da tutta la Valtiberina e più in particolare dal comune di Sansepolcro, come un’opportunità da cogliere e non un “inconveniente di cantiere”.
In un momento come questo, dove non si fa che parlare di Turismo diffuso, l’importanza che potrebbero portare gli scavi è notevole, ma per ottenerla è necessario avere un progetto di musealizzazione e comunicazione reale e definito. Anche se tutto questo non fosse attuabile a causa della morfologia del sito o di altri fattori che potrebbero entrare in gioco in queste delicate situazioni, il nostro augurio è che si proceda ad una musealizzazione virtuale di tutto lo scavo, così che qualora non fosse effettuabile una valorizzazione “classica” dell’area si proceda comunque ad una sua fruizione. Oramai in Italia sono molti i progetti di Archeologia Pubblica che hanno portato beneficio e lustro ad aree periferiche o a piccoli centri abitati, in cui si è dato uno spazio attivo alla partecipazione della cittadinanza. La collocazione del sito in questione potrebbe quindi contribuire ad un futuro progetto di valorizzazione delle Frazioni di Sansepolcro oltre che da apri fila nella creazione di piccoli e diversi poli museali, o aree di interesse culturali delle nostre aree periferiche, oramai abbandonate a sé stesse da anni e senza un progetto di valorizzazione concreto alle spalle.
Vogliamo dar fiducia alla giunta comunale perché proceda in questa direzione oltre che a far sì che di questo bene culturale non se perda traccia; al contrario, questo potrebbe essere digitalizzato e potrebbe andare ad aumentare la grande e qualitativa offerta turistica che la nostra vallata può offrire, ma di cui molto spesso ne dimentichiamo l’esistenza.
Ci auguriamo, infine, che la giunta Cornioli si impegni a garantire un corretto studio e una ricerca di questi resti, improntando lo scavo ad una Archeologia Pubblica, partecipata e sostenibile, per poi impegnarsi in una musealizzazione del sito archeologico, cogliendo nel profondo i tanti possibili benefici che potrebbero probabilmente portare alla nostra Città oltre a rendere fruibile questo nostro pezzo di storia ai cittadini”.