Estetisti in rosso: cronaca di un disastro annunciato

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Uno stillicidio vivere giorno per giorno senza sapere se c’è un domani. Questo è come stanno vivendo questo periodo tantissime imprese e che, con il passaggio della Toscana in zona rossa, tocca direttamente oltre moltissima imprese del settore dell’estetica e gli addetti cui danno lavoro.

 “Alcune scelte del Dpcm dello scorso 3 novembre – spiega l’aretino Pierluigi Marzocchi, presidente di Confartigianato Estetica Toscana –  non ci hanno convinto fin dall’inizio e, in particolare, non ci ha convinto la limitazione progressiva all’esercizio di alcune attività che si erano organizzate per gestire in modo responsabile il rischio del contagio. Il passaggio dalla zona gialla alla zona rossa in pochi giorni ha creato sconforto nelle imprese e confusione nei clienti”.

“Reduci da un periodo di chiusura prolungata – insiste Marzocchi – che ha costretto molte aziende ad abbassare per sempre la saracinesca, i centri estetici e i saloni di acconciatura di Confartigianato hanno raccolto la propria clientela con la professionalità di sempre, offrendo quella sicurezza che durante il periodo del lockdown primaverile è stata messa a rischio dal dilagante fenomeno degli operatori abusivi”.

“I nostri imprenditori  – spiega ancora il rappresentante artigiano  – hanno investito tantissimo per garantire la massima sicurezza dei loro clienti e dei loro dipendenti, rispettando tutte le norme anti Covid previste dalle schede tecniche mascherine, sanificazioni dei locali, distanziamento e sono stati tutti molto scrupolosi nell’applicare alla lettera tutte le procedure richieste, a dimostrazione di quanto questi servizi  godano di un particolare rapporto fiduciario tra impresa e cliente, per cui penalizzarle sarebbe illogico”.

“Il divieto di spostamento – spiega a sua volta Barbara Catani, presidente di Confartigianato Acconciatori Toscana – al di fuori del Comune di residenza imposto nel momento in cui la Toscana è diventata zona Arancione e la chiusura in toto dell’estetica con il passaggio in zona rossa non solo ha ulteriormente inasprito le evidenti difficoltà economiche per i nostri imprenditori ma sta creando anche un crescente disagio per i cittadini che si vedono privati della possibilità di usufruire del loro operatore di fiducia o di compromettere radicalmente l’esito di trattamenti in corso che, spesso, non sono sfizi ma necessità

“Tutto questo senza contare – conclude Catani –  che sempre più dati ci indicano che il Covid sta pesantemente colpendo l’occupazione femminile. Ci chiediamo se la scelta di chiudere o di limitare queste attività, che per più dell’80% impiegano proprio personale femminile, sia una scelta appropriata e lungimirante”.

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