Pasqua 2019: il messaggio del Vescovo, Mons. Domenico Cancian

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La Festa più grande per la Fede cristiana si chiama Pasqua e va dal Venerdì Santo alla domenica di Resurrezione.

Non è un week-end. Non è una festa con tutte le varianti che conosciamo e che mai ci soddisfano a pieno. La Pasqua cristiana è un concentrato apicale di male riversato sull’Unico Innocente della storia, riconosciuto tale per ben tre volte dal tribunale romano che si vantava di amministrare la giustizia in modo sommo.

Accettò con impareggiabile compostezza e dignità la condanna totalmente ingiusta.

In realtà liberamente e per amore prendeva sulle sue spalle le miserie umane di tutti. Fu crocefisso. Fu sepolto. Era finito anche Lui, umanamente. Non c’era d’aspettarsi altro. Le donne al terzo giorno vanno a portare i loro aromi, piangendo l’irreparabile e trovano, con loro sorprendente meraviglia, il sepolcro vuoto: la pietra ribaltata e un angelo che dice loro: “Lui non è qui, è risorto, è vivo per sempre e accompagna ogni uomo che voglia fare il suo percorso verso la Pasqua eterna”.

Che ha a che fare questo con i nostri giorni?

Colgo, tra i tanti altri, due segni di “risurrezione” oltre la nostra immaginazione: una ragazzina svedese di 16 anni, Greta Thunberg, affetta da sindrome di Asperger, scuote il mondo sul tema decisivo del clima e dell’ambiente; la Cattedrale di Notre-Dame è sottratta in buona parte ad un devastante incendio e ci assicurano, speriamo sia vero, che in breve sarà ricostruita più bella. Ci ha commosso vedere tanta gente piangere e pregare.

Questo ci incoraggia fortemente a reagire contro ogni forma di male, guardando all’Esempio più alto (quello del Cristo Crocifisso e Risorto) e tirando fuori tutto il meglio di noi. Perché non dovrebbe valere questa Speranza per i nostri problemi personali, familiari, cittadini, regionali, nazionali e mondiali?

La guerra (a cominciare da quella della vicina Libia) può essere fermata per arrivare con un paziente dialogo ad una migliore convivenza. La nostra regione può reagire con un nuovo sussulto di verità, giustizia (mai vendicativa, ma sempre migliorativa), creando insieme una nuova fraternità riconciliata nella ricerca del vero bene di tutti, a cominciare dai malati e dai più bisognosi.

E questa Speranza non può valere anche per il nostro Paese, a volte danneggiato da interessi di parte, per le politiche di ogni nazione e quelle del mondo intero?

Non rassegniamoci a “quel che succede e succederà”. Con la Festa della Pasqua è possibile, anzi è doveroso, sognare e reagire, mettendo in campo tutta la nostra buona volontà, per fare insieme qualche passo avanti verso la Pace, frutto di verità, giustizia e misericordia. Se ci pensiamo bene, questo è l’anticipo e l’acconto della Festa della Pasqua senza tramonto che ogni uomo desidera in cuor suo.

A tutti i carissimi tifernati, in particolare alle vittime dell’ingiustizia, della corruzione e della violenza (specialmente quella verso i bambini e le donne), auguro di cuore Santa Pasqua 2019.

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