“Una persona amabile, un vero gentleman come in tanti lo hanno definito, che amava prima di tutto la sua famiglia, la comunità tifernate, il lavoro, lo sport. Sempre vicino anche alla chiesa ha dato il suo prezioso contributo nelle occasioni imporanti ed in quelle di routine. Nell’ultimo incontro che ho avuto con lui per impartire i sacramenti, con lucidità e con il sorriso ha manifestato ancora una volta quello che era, una bella persona”, con queste parole il Vescovo monsognor, Domenico Cancian ha concluso questa mattina in cattedrale l’omelia dei funerali del cavalier Riccardo Gualdani, scomparso sabato scorso alla soglia dei 94 anni (li avrebbe compiuti il prossimo 10 giugno).
Nel corso della cerimonia religiosa, concelebrata da monsignor Giancarlo Lepri e dal diacono, Sergio Puletti, alla presenza di familiari ed amici, il vescovo Cancian ha ricordato la figura del cavalier Gualdani, tifernate “doc”, nell’attività lavorativa (lo storico negozio di stoffe e tessuti in Piazza Fanti), il suo impegno in diverse associazioni e fondazioni della città, la passione per lo sport, ippica prima di tutto e poi il ciclismo (artefice di tappe e passaggi del Giro d’Italia e di altre classiche a due ruote a Città di Castello), il calcio, la sua amata Fiorentina, il ruolo infine che ha svolto nella diocesi nel ruolo impeccabile di responsabile del cerimoniale.
Toccanti al termine della cerimonia religiosa prima dell’ultimo viaggio al Cimitero Monumentale i ricordi dei nipoti a nome di tutta la famiglia, le figlie Daniela e Patrizia, i generi e parenti: “l’ultimo grazie lo lasciamo per noi i tuoi amati nipoti, le tue figlie, i generi, i familiari tutti che ti hanno voluto sempre bene e ti hanno amato ogni istante della tua esistenza. Grazie, grazie, nonno Riccardo, due volte come facevi tu con garbo e gentilezza quando volevi ribadire la gratitudine. Ciao sarai sempre con noi”.