Pubblicata l’elaborazione trimestrale dell’Ufficio Studi di Confartigianato. Il Segretario provinciale Alessandra Papini: Il contesto economico-finanziario è delicatissimo: servono scelte di continuità per consolidare la ripresa

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Il centro Studi di Confartigianato ha aggregato ed analizzato i dati più recenti messi a disposizione da fonti autorevoli quali Istat, Eurostat, Banca d’Italia e Bce.

“Dallo studio elaborato dalla nostra Associazione emerge un contesto macroeconomico caratterizzato da una fase di ripresa – afferma Alessandra Papini, Segretario Generale di Confartigianato Imprese Arezzo – ma è purtroppo evidente che si tratta di una ripresa non strutturale perché sostenuta da due settori. Solo costruzioni e digital economy infatti segnano una crescita rispetto al 2019”.

“Questi dati devono far comprendere alla politica – continua Alessandra Papini – che scelte penalizzanti sui bonus dell’edilizia, o normative farraginose che complichino alle piccole e medie imprese l’accesso ai fondi PNRR a supporto della transizione ecologica stroncheranno qualsiasi prospettiva di ripartenza al nostro Paese. La crescita degli investimenti evidenziata dalla buona performance delle aziende produttrici di macchinari e mezzi di trasporto, sostenuta dalla domanda interna, conferma che la ripresa è figlia prevalentemente del sostegno di carattere fiscale che verrà drasticamente ridotto a partire dal prossimo anno”.

“Sotto il profilo dei prestiti alle imprese i dati sono più confortanti – afferma il Segretario provinciale di Confartigianato – Le aziende che dichiarano difficoltà di liquidità si attestano nel mese di dicembre 2021 a poco più del 15%, dato sensibilmente più basso rispetto all’oltre 50% del giugno 2020. Due imprese su tre hanno utilizzato gli interventi pubblici di garanzia. I prestiti concessi alle piccole imprese sono ancora in crescita, anche per le imprese di minore standing, ed i tassi praticati sono mediamente inferiori a quelli dell’Eurozona. Risale un po’ il tasso di deterioramento all’1.8 %, ma rimane sensibilmente inferiore ai livelli delle precedenti recessioni”.

“In questo quadro tuttavia incombono le ombre sinistre delle dinamiche dei prezzi delle utility e della disponibilità di materie prime, che sta causando ritardi su produzione, consegne e si riverbererà su fatturato e liquidità delle imprese. L’inflazione in Italia – conclude Stefano Peruzzi Responsabile Area Credito di Confartigianato – ha già superato la media europea attestandosi al 5,3%. Anche se la BCE pochi giorni fa ha confermato le condizioni espansive mantenendo adeguata flessibilità, sappiamo che per conseguire la stabilità dei prezzi il target è del 2%, pertanto il ritorno ad una politica monetaria restrittiva, stante la situazione, e questione di mesi. Per questi motivi il momento è di estrema delicatezza: provvedimenti che faranno mancare il necessario sostegno all’economia potrebbero far piombare il nostro paese nella stagflazione”

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