Il dibattito su “Diritto alla salute: tumori e gestione del rischio di Altotevere”, organizzato sabato 22 us da Castello Cambia, ha sollevato una problematica che da tempo attende una risposta dalle Istituzioni, dai responsabili della salute dei cittadini sia in termini di prevenzione che di cura, da chi ha il dovere di controllare l’inquinamento ambientale, e dalla politica, in primis dal sindaco che ne è o dovrebbe essere il primo tutore. Abbiamo invitato esperti nazionali per affrontare un tema scomodo, ma di primaria importanza per tentare di “unire i pezzi” di un sistema malato che vede ammalarsi gli abitanti dell’Alta valle del Tevere, più di tutti gli altri umbri, di neoplasie specifiche come quella che colpisce lo stomaco. Peccato che i rappresentanti di ASL, ARPA e Comune non siano intervenuti, malgrado gli inviti: avrebbero avuto una numerosa e vivace platea a cui spiegare i motivi del loro operato. In ogni caso, difficilmente si potranno sottrarre alla Convocazione ufficiale, che abbiamo chiesto fin da aprile scorso, di una Commissione consiliare ad hoc, per affrontare a tutto tondo i dati tumorali, l’analisi delle concause, le azioni di prevenzione, i monitoraggi ambientali e gli screening sulla popolazione. Commissione non ancora convocata, purtroppo: e ce ne chiediamoil motivo. Non vogliamo credere infatti che si attenda ancora solo perché a sollevare il problema è stata una forza di opposizione; sarebbe davvero colpevole procrastinare per poter riprendere la scena, da parte di una politica che governa questo territorio da decenni e che, pur potendo decidere tutto, mai prima d’ora ha preso in seria considerazione la cosa e mai ha agito concretamente. Tornando al merito, attraverso un ampio e appassionato dibattito tra esperti e cittadini, sono emersi ottimi spunti di riflessione e proposte di azione che porteremo avanti con forte impegno: audit con i responsabili politici come l’assessorato alla sanità regionale e i responsabili degli organi pubblici di gestione sanitaria e di controllo, ASL e Arpa in primis, con larichiesta di finanziamento di un preciso programma di screening per una diagnosi precoce rivolto alla popolazione altotiberina e di un controllo continuo e specifico dello stato delle “matrici ambientali”, quali acqua, aria e terreno per verificarne lo stato in maniera molto più precisa e puntuale di ora. L’inquinamento dell’ambiente ha un ruolo decisivo infatti nello sviluppo di molteplici patologie e i collegamenti sono ormai conclamati da quello che viene definito effetto-cocktail, cioè l’accumulo di varie sostanze nocive nell’organismo umano. Non possiamo più voltarci dall’altra parte quando si comincia a parlare di “fattori di inquinamento ambientale” in Altotevere a causa delle coltivazioni che usano prodotti nocivi: la politica ha il dovere di individuare i “produttori di rischio” e assumersi la responsabilità di non incentivarli, spostando le risorse a favore di chi rispetta ambiente e salute; così come ha il dovere di assumere il “principio di precauzione” come linea guida delle scelte di politica agricola eindustriale: occorre una vera discontinuità di azione, che tenga insieme il diritto alla salute con quello a produrre e guadagnare.
Diritto alla salute in Altotevere: gestire il rischio si può, sabato 22 giugno il convegno organizzato da Castello cambia
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