Può la mancanza di 24 fogli bianchi per stampante generare il caos fisico e mentale? Alberto Fabi, regista, sceneggiatore e fotografo, orchestra un romanzo che catapulta il lettore nella vita e nella testa del protagonista Luca dove si scontrano conflitti e compromessi, sconfitte e appagamenti, segreti e rivelazioni. Luca, dopo aver pubblicato con una piccola casa editrice due libri acclamati dalla critica e dal pubblico, accetta l’offerta di un editore famoso a livello internazionale
. Ma il concatenarsi di imponderabili eventi provoca disastri e misfatti sul piano lavorativo e sentimentale generando in lui uno stato di confusione tale da rendere sempre più sfumati i confini tra realtà e immaginazione, tra sé e l’altro, tra percezione, fatto e opinione, tra tempo e spazio. E così, il limbo in cui si ritrova Luca è il limbo in cui può ritrovarsi ciascuno, senza neanche accorgersene. La differenza sta nell’azione che si sceglie di intraprendere per uscirne.
O magari rimanerci, perché anche il limbo può essere una dimensione in cui ritrovarsi secondo nuove forme. Attraverso la penna di Fabi l’architettura mentale di Luca, che si dipana tra le pagine del romanzo, è tanto reale quanto paradossale lì dove con paradosso s’intende un lieve solletico al cervello affinché verità umane celate possano trovare spazio nel racconto. Racconto in cui l’autore mette in campo – tra le righe- un atto rivoluzionario, autentico e personale, da cui risulta che il grande inganno è che le cose siano di fatto così come sono.