Dieci anni fa la scomparsa di Paola Pillitu. Sindaco e Assessore: “Il suo lascito un gesto di amore per la città che onoreremo. Studio Pillitu-Meroni sarà spazio di cultura e rappresentanza”

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A dieci anni dalla scomparsa, avvenuta il 26 febbraio 2013, l’Amministrazione comunale ricorda Paola Pillitu, docente universitaria, donna politica e tifernate, che ha lasciato alla sua città un importante patrimonio artistico ed archivistico conservato a Palazzo Pier-leoni, nello studio Pillitu-Meroni, denominazione con cui è stato riaperto eccezionalmen-te alla vigilia del decennale.


“Paola Pillitu ha compiuto un gesto encomiabile, che non può essere dimenticato e per il quale rappresenta un tifernate benemerito al nostro cospetto” dichiarano il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura Michela Botteghi, “In occasione del decennale ab-biamo simbolicamente aperto ai cittadini lo studio che conserva un apparato decorativo di grande pregio e oggettistica di modernariato che rivela il grande senso artistico di Paola Pillitu.

La ricordiamo come docente universitaria, come prima donna candidata sindaco di Città di Castelo nel 1993, quando venne introdotta l’elezione diretta del primo cittadino, la ricordiamo in consiglio comunale ma anche nei luoghi pubblici del centro storico dove aveva una vita sociale ricca di rapporti e di connessioni. Il suo lascito è un gesto d’amore nei confronti della sua città e insieme l’atto di congedo di una famiglia da Città di Castello. Guido Meroni, originario del Mantovano, educatore e attivista dei popo-lari, giunse a Città di Castello negli anni Venti del Novecento dove acquistò il Collegio Serafini.

Luigi Pillitu, da Decimonannu in Sardegna, giunse, poco dopo, come studente del collegio retto da Meroni, di cui sposò la figlia, Iole, e fu il primo sindaco della città dopo la Liberazione. Da qui nasce la famiglia Pillitu-Meroni e la storia di Paola Pillitu, fi-glia di due uomini, che segnarono la storia di una città, in cui capitarono quasi per caso ma per la quale si adoperarono come se fosse la loro patria”. “In previsione del decenna-le abbiamo riaperto lo studio di Palazzo Pierleoni alle visite, rispettando lo spirito del la-scito di Paola Pillitu che ha voluto fosse un bene pubblico e per il valore intrinseco delle opere d’arte e della documentazione che custodisce.

Come abbiamo già anticipato – concludono sindaco ed assessore – lo studio Pillitu-Meroni sarà uno spazio di eccellenza al servizio della migliore creatività artistica locale, in linea con la sua vocazione. Nello studio infatti convivono più epoche dal Settecento del’apparato de-corativo al Novecento dei quadri di Dottori, delle ceramiche di Baldelli, ai tessuti di De-rigù”.

Lo studio di Palazzo Pierleoni in Corso Vittorio Emanuele ha un apparato decorativo pregevole e diffuso, è arricchito alle pareti da opere pittoriche risalenti al Seicento, stuc-chi con motivi floreali e faunisti. Oltre all’importante valore documentario del materiale, tra cui l’archivio del Collegio Serafini, in corso di inventariazione, lo studio Pillitu-Meroni contiene arredi e oggettistica di pregio, selezionata personalmente da Paola Pillitu per-ché fosse di proprietà e fruizione pubblica: ceramiche dell’Ottocento e del Novecento, opere di Baldelli e Derigù, quadri di De Gregori e Dottori, collezioni di moda degli anni Quaranta, molte delle quali appartenute alla madre Iole, una sezione etnica, frutto dei suoi frequenti viaggi all’estero. Lo studio e la documentazione che contiene, onorando lo spirito del lascito, sono destinati alla fruizione pubblica e al servizio della crescita cultu-rale e artistica della città.

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