Coordinamento per il cambiamento: “Da Sogepu a Sogeco, il depotenziamento della partecipata, gli aumenti del costo della gestione dei rifiuti: serve un preciso cambio di rotta”

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AUMENTI TARI


L’aumento del costo di alcuni servizi, come quello della TARI che sale del 4,60% significherà bollette aumentate in media del 3% per le famiglie e del 16% per le imprese. Il tutto ricadrà sulle spalle dei contribuenti che si vedranno recapitare nei prossimi mesi la bolletta dalla nuova società incaricata, SOG.ECO, cui è stato affidato il servizio, il cui costo è passato dagli 8 milioni circa a oltre 8 milioni e settecentomila euro, perchè vi sono stati ricompresi gli oneri di partecipazione alla gara d’ambito, vinta appunto da SOGECO: rischio di impresa, ammortamento dei costi dell’impianto, remunerazione del capitale investito.
Dunque, aver partecipato e “vinto” una gara che avrebbe dovuto abbassare il costo del servizio, secondo criteri di economicità ed efficienza, non ha portato alcun vantaggio: anzi, non solo ha permesso il passaggio della gestione del servizio dalla mano pubblica ad una società a maggioranza privata, ma saranno i cittadini a pagarne i costi, senza alcun beneficio. Non vengono conteggiati infatti, senza alcun fiato da parte del Comune, gli introiti per il conferimento in discarica di centinaia di tonnellate di rifiuti regionali: dove sono finiti e dove finiscono i milioni incassati e perchè si continua a non utilizzarli per abbassare il conto della TARI dei tifernati, che vedono il loro territorio deturpato da una discarica , ancora ampliata di 300.000mc, senza averne alcun beneficio? CHIEDIAMO che il primo impegno del nuovo CDA di Sogepu, se ne ha la forza, sia quello di ottenere l’ABBASSAMENTO DELLA TARI per i cittadini e di rendere trasparenti i conti, evitando di sperperare denaro in consulenze faraoniche. A tal fine, chiederemo la presentazione del Bilancio in Commissione Controllo e Garanzia, in attesa che si presentino al più presto le Linee di Indirizzo.

SOGECO: IL PASSAGGIO ALLA GESTIONE dei RIFIUTI A MAGGIORANZA PRIVATA


SOGECO è stata formata da Sogepu al 49% ed Ecocave al 51%, con autorizzazione del Consiglio comunale del 13 maggio 2019, in cui unici a votare contro il provvedimento furono i consiglieri comunali di Castello Cambia, Bucci e Arcaleni. Accogliamo oggi con favore chi riconosce finalmente dopo 4 anni che avevamo pienamente ragione a rivendicare tutt’altre quote societarie, rispondenti all’effettiva operatività delle due società: 62%Sogepu e il restante 38% ad Ecocave. Peccato che allora nessun altro supportò la nostra posizione contraria alla delibera che concedeva ad un privato la gestione e la nomina dei vertici manageriali della nuova società, definita “di scopo”, ma con uno Statuto che afferma altro: Sogeco ha una durata prevista di 50 anni ( e non di 15 come è la durata dell’appalto vinto) e funzioni del tutto simili, quindi potenzialmente concorrenti, a quelle di SOGEPU.
Perchè si è voluto approvare tale operazione , che ha depotenziato Sogepu, rendendola braccio operativo di SOGECO, con un Amministratore nominato dal privato ? Noi abbiamo osteggiato fortemente e da subito tale scelta, avendo tutti contro, anche chi oggi si pente.

CDA E NUOVA GOVERNANCE


Alla luce della grave situazione etico/politica generata dalla vicenda giudiziaria sui vertici uscenti di Sogepu riteniamo miope e del tutto autoreferenziale il metodo scelto dal Sindaco sui vertici di Sogepu. La decisione di andare al di fuori delle proposte avanzate risulta del tutto incoerente con lo spirito del regolamento comunale dopo aver aperto ad una pubblica manifestazione di interesse per le nomine; si contraddistingue come una valutazione personale del primo cittadino in base a non si sa quali criteri e non come la conclusione di un percorso partecipativo. Si tratta di un messaggio di chiusura verso tutta la cittadinanza, indipendentemente dal ruolo e dal valore dei nominati, con un metodi di amministrazione della città che, anche in questa situazione, mettono in luce un voler vivere alla giornata cercando conigli da tirar fuori dal cilindro anzichè provare a governare politicamente i processi e le gravi criticità come quelle attuali. Aggiungiamo che in un momento politico così complesso, specie alla luce delle recenti sconfitte elettorali del centrosinistra nei comuni limitrofi, ci saremmo aspettati segnali di apertura anzichè di autosufficienza. Appare allo stesso modo invisibile l’azione politica delle forze di maggioranza, alle prese con il contentino delle deleghe ai consiglieri comunali per zittire i maldipancia interni, che in questa vicenda non solo non hanno avuto alcun ruolo di indirizzo ma non hanno neppure provato ad alzare il livello della discussione politica come tanti cittadini ed elettori si sarebbero aspettati.

PROPOSTE E PROSPETTIVE


L’aspetto peggiore dell’intera vicenda, dalla scelta di SOGECO alle ultime vicende giudiziarie che hanno colpito l’ex Amministratore unico Goracci, è che tutte queste tristi e deprimenti vicende impediscono a SOGEPU di ottemperare al suo compito, che è quello di una sana gestione dei rifiuti.
Una gestione intelligente, che persegua le giuste finalità di sviluppo economico e di transizione ecologica, porterebbe, come accade in altre realtà (da Capannori a Treviso o semplicemente a Terni), ad un aumento di efficienza in termini di raccolta differenziata e di risparmio, attraverso la tariffa puntuale e la vendita della materia prima seconda ai consorzi di carta, vetro, plastica e metalli, consorzi che– anche se non si evince dal bilancio – acquistano pagando questi materiali, producendo un utile all’azienda.
L’augurio è che il nuovo CDA, pur esautorato da un effettivo potere, possa in qualche modo riportare l’azienda alla sua missione : quello che vorremmo è che alla ribalta della cronaca non vadano i procedimenti giudiziari, ma un modello di gestione dei rifiuti all’avanguardia, necessariamente in controtendenza nei confronti del retrogrado Piano di gestioni rifiuti regionale dell’Umbria, che si fonda ancora su discariche e inceneritore. Si brucerà – in un mondo povero di materie prime – la risorsa principale, i materiali nascosti nei rifiuti e, bruciando, si aumenterà l’inquinamento atmosferico con nuove e continue emissioni climalteranti.
Il nostro modello si fonda sui principi europei della strategia Rifiuti 0, attraverso il riuso e il riciclo, punti sui quali il piano regionale è del tutto carente. Ed è molto triste che il Comune di Città di Castello non abbia presentato alcuna osservazione migliorativa.
Certi che vada scelleratamente contro i principi europei in materia, come Europa Verde abbiamo presentato una petizione al Parlamento Europeo perché giudichi la compatibilità del Piano con i principi europei: dopo il primo iter di controlli formali e di competenza, la petizione ora è sottoscrivibile da tutti i cittadini europei nella piattaforma online del Parlamento europeo.

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