Diga di Montedoglio, il sindaco Secondi risponde in consiglio comunale alla consigliera Arcaleni (Castello Cambia): “Per l’utilizzo delle acqua dell’invaso come territorio chiediamo semplicemente che vengano rispettate le priorità stabilite dalla normativa in materia”

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“Per l’utilizzo dell’acqua della diga di Montedoglio come territorio chiediamo semplicemente che vengano rispettate le priorità stabilite dalla normativa in materia”. E’ la posizione che il sindaco di Città di Castello Luca Secondi ha preso in consiglio comunale, rispondendo all’interrogazione della capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni sulla gestione della riserva di acqua dell’invaso. “La normativa stabilisce una scala di priorità a cui fare riferimento che mette al primo posto le necessità idropotabili, in seconda battuta vengono gli aspetti produttivi con l’agricoltura che ha le necessità maggiori, e infine ci sono le esigenze legate alla salvaguardia dell’ecosistema”, ha spiegato Secondi, che ha puntualizzato: “l’Altotevere umbro ha una necessità che è idropotabile e produttiva, mentre nel caso del Lago Trasimeno parliamo di un bisogno legato alla tutela dell’ecosistema, che quindi in base alla norma viene dopo le prime due”. Nell’illustrare l’interrogazione, la consigliera Arcaleni aveva evidenziato che “ultimamente sono state prospettate esigenze di utilizzo da parte di altri territori, come quello del Trasimeno, che richiedono una valutazione, perché a nostro giudizio questo invaso dovrebbe essere destinato prima di tutto al soddisfacimento dei fabbisogni delle popolazioni locali”. “Nel maggio 2023 l’Ente Acque Umbre Toscane ha presentato i lavori per l’adduzione della risorsa di Montedoglio, con opere attualmente in corso di esecuzione in Valdichiana per circa 100 milioni di euro che permetteranno di rendere potenzialmente irrigabili più di 20.000 ettari in questa vallata e vanno ad aggiungersi agli oltre 5.500 ettari nella Valtiberina Umbra e Toscana”.

“Lo stesso ente – ha aggiunto l’esponente della minoranza – ha reso noto che gli abitanti fruitori della risorsa idrica idropotabile potranno essere a regime oltre 400.000 tra Arezzo, Siena, Valdichiana e aree contermini al lago Trasimeno”. “Ecco perché – aveva detto Arcaleni – vorrei sapere se esista, anche in bozza, il Piano di Utilizzo delle acque dell’invaso di Montedoglio atteso da molto tempo, che regolamenti gli attingimenti e l’equa distribuzione tra Umbria e Toscana, rispettando le priorità per la popolazione locale, di uso idropotabile, di uso agricolo e di mantenimento dell’ecosistema fluviale del Tevere”. “Vorrei anche capire – aveva aggiunto la consigliera – se sono state effettuate le opportune verifiche di tali eventuali accordi e che, in caso contrario, si proceda alla richiesta e proposta di un Piano strategico di garanzia in grado di salvaguardare le esigenze della popolazione, dell’ambiente e della produzione agricola, auspicando che essa si orienti sempre più verso colture meno idrovore”. Nel ricordare di aver seguito già la vicenda quando era consigliere provinciale presiedendo la commissione che si occupava degli attingimenti, il sindaco Secondi ha fatto presente “la complessità della gestione della diga di Montedoglio dal punto di vista amministrativo, ma soprattutto dal punto di vista degli interessi che ci sono in gioco e che sono diversi tra loro”.

“A seconda dei punti di vista ci sono ragioni valide, basti pensare che il mondo dell’agricoltura rivendica il fatto che la diga sia stata realizzata con i fondi strutturali legati al settore e che quindi vadano considerate primariamente le necessità legate all’irrigazione”, ha osservato il primo cittadino, rimarcando come “la scala di priorità nell’utilizzo dell’acqua dell’invaso che indica la norma, idropotabile, produttivo e rivolto all’ecosistema, è un riferimento fondamentale, tant’è che ad esempio a Pistrino è stato sostenuto un investimento importante per il potabilizzatore che porta l’acqua per uso idropotabile a Perugia”. “Questo – ha aggiunto Secondi – senza dimenticare che il nostro territorio è interessato per primo dalle questioni legate alla sicurezza della diga e quindi dovrebbe avere una prevalenza nell’utilizzo dell’acqua, ma anche che c’è una questione energetica, legata ai costi per il sollevamento dell’acqua stessa che sono richiesti per servire altri territori, mentre nel nostro arriva per caduta”. In sede di replica, la consigliera Arcaleni ha auspicato che la posizione espressa dal sindaco venga portata nel tavolo di concertazione che verrà fatto da Città di Castello e dagli altri comuni dell’Altotevere con EAUT. “Bisogna pensare, però, anche a redigere un piano di utilizzo delle acque dell’invaso di Montedoglio che metta nero su bianco quali fabbisogni debbano essere rispettati, a fronte delle richieste che stanno invece venendo avanti, rispetto alle quali potrebbero esserci visioni diverse da quelle che abbiamo noi anche sulla sostenibilità o meno dei costi energetici”.

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