“L’arte di saper vivere la fragilità”, grande festa in ricordo di Barbara Polenzani nel cinquantesimo compleanno a tre anni dalla sua morte

Data:

Per il cinquantesimo compleanno di Barbara Polenzani, a tre anni dalla sua morte, i familiari, gli amici della comunità Nel Segno di Cana e i colleghi di lavoro dell’Abbondanza S.r.l., hanno voluto festeggiare questa donna che nella sobrietà della sua vita “ha fatto, con eleganza, un bel rumore”, lasciandoci interrogare dalla disabilità.

L’evento, dal titolo “L’arte di saper vivere la fragilità”, che ha avuto luogo sabato 30 settembre presso la chiesa degli Zoccolanti, ha visto l’alternarsi di testimonianze e musica che ha accompagnato alcuni suoi scritti e la splendida voce del tenore fra Alessandro Brustenghi (OFM). Erano presenti anche il vicesindaco, Giuseppe Bernicchi e l’Assessore alle Politiche Sociali del comune di Città di Castello, Benedetta Calagreti. Rumore, etimologicamente è un suono “che disturba” e la vita di Barbara, con le sue difficoltà fisiche, in una società dove la performance e l’immagine rappresentano il centro dell’esistenza, è stata una vita che ha saputo disturbare tutti noi “ben pensanti dal buon cuore”, a partire da chi le era più vicino e continua a disturbare. Perché “fa rumore” la vita di una donna combattente come era lei, nata con la sindrome di Klippel Trenaunay che, negli ultimi anni, l’ha costretta a fare amicizia con una sedia a rotelle; dotata di una intelligenza e di una sensibilità sopraffini, sognava una Chiesa e una società civile più attente alle esigenze degli ultimi, di quelle persone che agli occhi del mondo sono “poveri” o “sfortunati”, “scarti”, nella realtà del consumo caratterizzata dalla fretta.

Barbara non poteva correre, ma ha saputo camminare, con il suo passo, sostenuta da una fede incrollabile, tra le corse di chi l’ha incontrata e ci ha lasciato un’eredità importante: non essere “scartatori di sofferenza”, ma persone che con responsabilità riescono a far fiorire la vita. E la vita si compie solo quando non scartiamo nulla dell’umano, riconoscendo che siamo chiamati a “sviluppare” la nostra unicità e non ad essere speciali. L’essere speciali ci mette sempre in contrapposizione con qualcun altro, riconoscerci unici, invece, ci chiede il coraggio di amare ciò che siamo e la libertà di gridare al mondo “vado bene così”, anche se non ho un corpo o una mente perfetti!  Lei, riservata e con una salute precaria, ha dato voce, tra le mura di casa, nell’ordinarietà del lavoro quotidiano, a tutti quei “diversi” che vengono relegati ai margini delle strade nelle città, dicendo che la vita, in ogni suo stadio, forma o condizione, ha un senso. Non siamo noi i padroni del tempo o della vita, tutto ci è stato donato con amore e tutto riconsegneremo nelle mani dell’unico Padre e del Figlio Suo, re dell’Universo.

La serata è stata una grande festa e, prima dell’Agape fraterna, la famiglia ha fatto dono ai ragazzi dell’Associazione sportiva dilettantistica  “Beata Margherita” (che si occupa di persone e disabilità), di una giornata da vivere tutti insieme ad Assisi, tra le pietre che ancora oggi trasudano l’esperienza di San Francesco e di Santa Chiara, tanto cari a Barbara che ci ha lasciato un vero patrimonio spirituale: “non essere un consumatore di tempo…vivi, con quello che hai, con quello che vuoi, con tutto ciò che sei e fa di tutto ciò un canto di lode all’Amore di Dio”.

di Stefania Fiorucci

Da alcuni scritti di Barbara

9 aprile 2007 (Lunedi dell’Angelo): LA MIA VITA ALLA RICERCA DI DIO

Oggi ho ricevuto due SMS di auguri pasquali; parlavano di Te e del Tuo Amore e del fatto che solo se sono capace di attraversare e portare la croce sarò capace di assaporare il vero senso della Pasqua…Tu sei il mio Unico Senso. Scavi sempre più a fondo, togliendo dalla mia vita tutti i “fronzoli”, facendomi rimanere sola con la mia essenza. A volte ho la sensazione di rimanere schiacciata, ma Tu mi fai stare in piedi. Non so dove vuoi arrivare, forse vuoi proprio che io sopporti il peso di questi miei dolori fisici che diventano anche spirituali ogni volta che mi sento inadeguata anche di fronte a Te… Sempre più è forte in me la certezza che la mia vita debba essere vissuta solo alla Tua ricerca. È difficile scorgerti nella vita di tutti i giorni…Una cosa è certa: la Gioia pasquale nella mia vita sta nella Tua ricerca…Dammi la forza di accogliere sempre la Tua Resurrezione che passa per la Tua Croce!

21/07/2014: QUANDO GESU’ SI FA VISIBILE

Sabato sono andata a Messa a Canoscio ed ho ricevuto un dono speciale. Gesù, oltre a venire in me tramite l’Eucarestia, si è reso visibile nella persona di un ragazzo disabile… che è stato accolto tra le braccia del padre che lo ha accompagnato insieme alla madre all’altare. Lì ha ricevuto una piccola particola di ostia…In quel ragazzo ho visto esplicitamente Gesù… che prende su di sé il male del mondo … è veramente un mistero di amore.

Questo che ad occhio nudo sa di ingiustizia, con le lenti della fede è un dolce mistero di amore.

La fragilità, le difficoltà di quel ragazzo, ma anche della sua famiglia, non ha nulla a che vedere con i lustrini di questo mondo, ma sono loro che costruiscono e non l’egoismo e le apparenze che fanno parte di questa società.

Grazie caro … non so il tuo nome…, perché hai ridato luce ai miei occhi! … a volte ho bisogno di toccare e vedere, perché la mia fede è veramente fragile! Grazie Gesù perché ti manifesti nei modi e nei tempi più straordinari!

Estate 2014: L’ABBRACCIO

Qualche settimana fa ho avuto uno dei miei soliti episodi febbrili. Il livello di dolore che ho dovuto affrontare è stato veramente importante e, forse perché sopporto un po’ meno, ho faticato molto…Nello stesso tempo ho fatto un’esperienza stupenda di Amore con la A maiuscola. Nel momento più difficile che ho affrontato in cui oltre il dolore, si manifestavano anche brividi incontrollabili, mi sono ritrovata abbracciata a me stessa, ma con la netta sensazione che quell’abbraccio venisse dall’Alto. Un abbraccio avvolgente che mi consolava e mi restituiva la calma e la pazienza necessaria in quei momenti! È stato estremamente dolce sentirsi avvolta, accolta, abbracciata … dolce come il suo Amore che sa di dolore…Probabilmente l’uomo di oggi, anche il credente, confonde le gioie vane con ciò che il Signore promette. Siamo degli “SCANSATORI” della Croce! … Signore fa che cresca in me una sensibilità vera e capacità per affrontare i bisogni degli altri, aiutami a superare la superficialità e l’egoismo che puntano sempre alle mie esigenze. Signore dammi occhi nuovi per vedere le necessità dell’altro, orecchi nuovi per ascoltare le esigenze del mondo, una voce nuova e coraggiosa per annunciare il tuo Amore.

Commenti

Share post:

spot_imgspot_img

Popular

More like this
Related