Contrasto al traffico illegale di avifauna selvatica: liberati in natura esemplari di tordo bottaccio strappati alla vita selvatica e destinati al commercio illegale di richiami vivi per uso venatorio

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I militari della Stazione di Gualdo Cattaneo e del Nucleo Carabinieri Forestale di Campello sul Clitunno, coordinati dalla Procura di Spoleto, hanno proceduto alla liberazione degli esemplari di Tordo bottaccio sequestrati nei giorni scorsi.

Tutti privi di anello identificativo e provenienti da cattura illegale in natura, erano stipati in n.7 trasportini artigianali in legno suddivisi in piccole celle, trasportati nel vano di un furgone da un quarantenne perugino e destinati al commercio illegale di richiami vivi ad uso venatorio.

Nati liberi, strappati alla vita selvatica, obbligati alla assoluta impossibilità del volo, sono tornati liberi nelle campagne umbre in n. 254 esemplari, quelli che sono sopravvissuti grazie alle cure del medico veterinario Asl Umbria 2; in parte (in 18) deceduti durante il viaggio per le crudeli condizioni in cui erano detenuti e in 98 deceduti due giorni dopo il sequestro, perché gravati da stress acuto per essere stati sottoposti a stimoli avversi, che hanno determinato gravi cambiamenti metabolici e fisiologici con segni di alterazione dello stato sensorio e riluttanza al movimento.

Li avrebbe attesi un destino di cattività, di prigionia; quello che attende ogni anno centinaia di uccelli selvatici, catturati e rinchiusi; il loro ciclo biologico ed equilibrio psico-fisico viene stravolto, così da perdere il senso dello scorrere delle stagioni.

Si tratta di una pratica ancora radicata in moltissime regioni italiane, produttiva di gravi sofferenze: uno stravolgimento della fisiologia ed etologia di uccelli la cui natura è quella di migratori, di animali che volano, liberi, per migliaia di chilometri ogni anno.

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