Cento presenze in “bianconero”. Sandro Crocioni, 56 anni, tifernate “doc”, dipendente Cartoedit, affiliato dal 2008 allo Juventus Club Altotevere e poi presidente dal 2017, ieri sera in occasione del derby d’Italia con l’Inter ha timbrato per la centesima volta il cartellino ai “tornelli” all’Allianz Stadium di Torino in una fredda notte di novembre.
Cento presenze in “bianconero”. Sandro Crocioni , 56 anni, tifernate “doc”, dipendente Cartoedit, affiliato dal 2008 allo Juventus Club Altotevere e poi presidente dal 2017, ieri sera in occasione del derby d’Italia con l’Inter ha timbrato per la centesima volta il cartellino ai “tornelli” all’Allianz Stadium di Torino in una fredda notte di novembre. Impresa, quasi, da guinness dei primati vista la distanza che separa Città di Castello al lontano Piemonte: cento volte di viaggi andata e ritorno, ad ore talvolta improponibili, vestito di tutto punto con i colori bianconeri, sciarpa e bandiera a seguire la “Vecchia
Signora” assieme a familiari e amici-tifosi. Il sacrificio di alzarsi presto la mattina e tornare a casa alle prime luci dell’alba del giorno dopo e riprendere come se nulla fosse la routine settimanale non l’hanno mai scoraggiato. Cosi è stato anche ieri sera per una partita di “cartello” che ha segnato un piccolo record del cuore, cento presenze allo “Stadium”, immortalato da foto di rito assieme alla figlia Camilla. “Nel mio immaginario, mai avrei pensato di avere la fortuna e il privilegio di toccare “quota 100” nello Stadio che è casa a milioni di “Gobbi”, dichiara con orgoglio ed un pizzico di commozione Crocioni. “Con il passare del tempo ecco i sogni materializzarsi con il Club e le trasferte nella meravigliosa città sabauda, con il calendario delle partite sempre in tasca, cosi’ da poter incastrare gare ed eventi con familiari ed amici che mi hanno sopportato, moglie Veronica e la figlia Camilla prima di tutti, che ringrazio sempre”. “Impossibile dimenticare la prima volta allo STADIUM, con 75 Soci pronti ad entrare nel magico catino e ebbri di gioia dopo il 4-1 al Parma: era l’11 novembre 2011 domenica alle ore 12,30 e partimmo alle 2,30 del mattino”. “Poi la prima di Champions, il 3-0 al Chelsea che è secondo me la più bella di tutte per quello che si respirava fuori e dentro lo Stadio. Gli anni passano, i viaggi insieme ai soliti noti con ogni tipo di mezzo, addirittura più lunghi del previsto, unendo calcio e mangiate in giro per il Piemonte. Le partite scorrono veloci, avversari nobili come il Real Madrid, si mischiano alle cenerentole di casa nostra. Insomma, per Sandro Crocioni, un Carpi vale come un Barcellona, basta andare a tifare per la “Vecchia Signora”. Non lo hanno fermato nemmeno gli orari impossibili del ritorno di lunedi mattina, anzi con l’avvicinarsi delle “cento” sono diventati scogli non più invalicabili. La fede bianconera si è mescolata con gli applausi a campioni come Messi, Iniesta, Mbappè visti dal vivo dal solito posto. Poi l’arrivo di Cristiano Ronaldo un onore averlo applaudito ad ogni suo gesto o rete realizzata con la maglia bianconera. “Applauso mancato da parte mia quando, con la splendida iconica rovesciata bucò Buffon con il suo Real. Tanto il mio dispiacere per la rete subita che addirittura mi arrabbiai con i miei vicini di posto! Lo so – dice ancora – del resto sono prima di tutto un tifoso. “ “Emozioni al massimo pure quando ho portato mia figlia Camilla la prima volta allo stadio e ho avuto i brividi nel sentirla cantare l’inno abbracciata a me. Questa enorme “sbornia” mai smaltita mi ha portato da 0 a 100 con un’accelerazione degna di una potente automobile: ieri sera è stato cosi”, conclude Sandro Crocioni convinto che dopo cento c’e duecento e cosi via. Per la Juve, lui dice, si fa questo ed altro.