“Le recenti delibere sul riordino sanitario adottate dalla giunta regionale dell’Umbria confermano un atteggiamento padronale sul diritto alla salute dei cittadini, non attuando la dovuta partecipazione dei soggetti sociali e dei corpi intermedi rispetto ad un bene primario, ed evidenziano una strategia sbagliata, che sta portando ad un rapido e progressivo depotenziamento se non smantellamento della sanità pubblica, a partire da quella territoriale”. Lo si legge in una nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil territoriali dell’Alto Tevere, insieme ai rispettivi sindacati dei pensionati, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil.
“Dando seguito alle numerose iniziative effettuate a sostegno di una sanità pubblica, gratuita, accessibile e universale (petizione popolare sulla casa di comunità, sit-in, attivi cittadini, assemblee aperte, accordi con le amministrazioni comunali, confronti con la direzione ospedaliera e del distretto sanitario, etc) – scrivono ancora i sindacati – a partire dalla prossima settimana intensificheremo le nostre iniziative, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari per difendere una delle più grandi conquiste del movimento sindacale, ovvero il superamento delle mutue attraverso la riforma sanitaria approvata nel 1978”.
In particolare, spiegano Cgil, Cisl e Uil, nel Alto Tevere l’azione sarà mirata ad “impedire l’ulteriore indebolimento dei presidi sanitari territoriali e allo smembramento delle eccellenze, come il reparto di Senologia del nosocomio di Città di Castello, i reparti di Radioterapia ed Oncologia, per non parlare della struttura complessa di Diabetologia (su cui gravano 6.000 assistiti). Il tutto – concludono i sindacati – mentre le liste di attesa si allungano determinando una situazione inaccettabile per i cittadini che vogliono accedere alla sanità pubblica”.