“Con la nostra gente. Preti e popolo in Alta Valle del Tevere tra guerra e Resistenza” sabato25 gennaio a Sansepolcro la sessione conclusiva del convegno

Data:

Si terrà sabato prossimo, 25 gennaio, a Sansepolcro la sessione conclusiva del convegno “Con la nostra gente. Preti e popolo in Alta Valle del Tevere tra guerra e Resistenza”, organizzato dall’Istituto di Storia Politica e Sociale “Venanzio Gabriotti” di Città di Castello, dal Museo e Biblioteca della Resistenza di Sansepolcro e dagli archivi storici diocesani delle due città. Il convegno, promosso in occasione dell’80° anniversario della fine della seconda guerra mondiale, intende approfondire un particolare aspetto della storia di quegli anni, cioè il modo in cui i preti, soprattutto i parroci, si posero a servizio delle loro comunità, sia soccorrendo le varie necessità, sia condividendone pienamente le sorti. Il territorio di riferimento è quello dell’Alta Valle del Tevere, che negli anni del conflitto era quasi interamente compreso nelle diocesi di Città di Castello e di Sansepolcro, ma con parti di confine comprese in quelle di Arezzo e di Gubbio; le due diocesi principali comprendevano anche ampi territori in Romagna (Sansepolcro) e nelle Marche (Città di Catello), per cui il convegno riveste un interesse interregionale.

Le ricerche che verranno presentate hanno impegnato per circa un anno di lavoro i vari studiosi, tra i quali molti giovani, e hanno utilizzato una rilevante mole di fonti documentarie, dai “Chronicon” parrocchiali alle relazioni ufficiali, dalla corrispondenza privata ai registri parrocchiali. Dalle carte emergono figure di parroci capaci di rimanere un punto di riferimento anche nel drammatico momento del passaggio del fronte, talvolta con azioni e scelte eroiche. Alcuni di loro vennero uccisi dai nazifascisti (don Domenico Mencaroni, don Giuseppe Tani, don Ilario Lazzeroni, don Francesco Babini), altri morirono sotto i bombardamenti (don Serafino Rondini) e altri ancora furono vittime di rappresaglie al termine della guerra da parte di partigiani slavi comunisti (don Giuseppe Rocco). Nel complesso, sia i vescovi delle due diocesi altotiberine (mons. Filippo Maria Cipriani a Città di Castello e mons. Pompeo Ghezzi a Sansepolcro), sia i parroci seppero rimanere accanto alla loro gente applicando quella che venne chiamata la “politica del Crocifisso”, cioè donandosi totalmente nel tentativo di evitare lutti, distruzioni e, soprattutto, l’attecchimento dell’odio e del senso di vendetta nelle comunità. Il modo in cui ciò avvenne fu differenziato – senza escludere la partecipazione diretta al movimento resistenziale – ma ebbe come denominatore comune lo spirito di servizio sacerdotale e di obbedienza alla legge della carità evangelica.

Dopo la prima sessione, tenutasi a Città di Castello sabato 18 gennaio, la seconda avrà sede a Sansepolcro, nell’Auditorium Santa Chiara, con inizio alle ore 9,30. Dopo i saluti istituzionali di sindaco e vescovo diocesano, i lavori saranno introdotti da una relazione di Andrea Czortek dal titolo Chiesa e sacerdoti tra guerra e Resistenza nell’Alta Valle del Tevere toscana. Seguiranno le comunicazioni di Mirco Draghi (Sacerdoti uccisi dai nazifascisti in diocesi di Sansepolcro), Marco Renzi (I sacerdoti nel passaggio del fronte sull’Appennino tosco-romagnolo) Massimo Marzocchi (I sacerdoti nel passaggio del fronte a Pieve Santo Stefano), Elena Zanchi (I sacerdoti nel passaggio del fronte ad Anghiari e Monterchi) e Paola Scortecci (I sacerdoti e gli ebrei nell’Alta Valle del Tevere toscana).

Commenti

Share post:

spot_imgspot_img

Popular

More like this
Related