L’uso della tecnologia tra utilità e rischi: riflessioni dall’incontro organizzato dal Circolo ACLI di Piosina

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Il Circolo ACLI di Piosina, in collaborazione con le cinque parrocchie del territorio, il cui parroco, don Giorgio Mariotti, ha fortemente voluto l’appuntamento, ha recentemente organizzato un incontro dal titolo “Utilità e Disutilità dello Smartphone”. Un evento che ha offerto spunti di riflessione importanti sull’impatto della tecnologia nella nostra vita quotidiana, con particolare attenzione ai suoi effetti sui giovani, alla sua applicazione nel campo medico e alla sua relazione con la fede e la spiritualità.

A confrontarsi su questi temi sono stati la Dott.ssa Gaia Luzzi, psicologa psicoterapeuta, Don Moreno Migliorati, sacerdote, e il Dott. Ettore Marini, medico. Introdotti da Fabrizio Lucchetti presidente del Circolo Acli di Piosina, i loro interventi hanno permesso di esaminare lo smartphone non solo come strumento di connessione, ma anche come elemento capace di condizionare il nostro modo di relazionarci, apprendere e vivere la fede.

La Dott.ssa Gaia Luzzi ha posto l’accento sul ruolo degli smartphone e dei social network nella vita di adolescenti e preadolescenti, sottolineando come il problema non sia tanto la tecnologia in sé, ma il suo utilizzo senza regole o consapevolezza. Ha evidenziato i rischi della sovrapposizione tra vita reale e digitale, che può portare a fenomeni di isolamento sociale, difficoltà relazionali e dipendenza dai dispositivi.

Uno dei punti fondamentali emersi è che vietare la tecnologia ai ragazzi non è la soluzione. Piuttosto, è essenziale dialogare e stabilire regole condivise in famiglia per un uso equilibrato dello smartphone. Secondo la psicoterapeuta, educare i più giovani alla tecnologia significa renderli consapevoli dei suoi limiti e delle sue opportunità, guidandoli a un utilizzo responsabile e funzionale alla crescita personale.

Un punto di vista particolare è stato offerto da Don Moreno Migliorati, che ha affrontato il tema del rapporto tra tecnologia e spiritualità, con particolare riferimento al recente documento vaticano Antiqua et Nova, elaborato dal Dicastero per la Dottrina della Fede e dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione. Questo documento rappresenta un importante spunto di riflessione sulle implicazioni antropologiche, etiche e spirituali dell’intelligenza artificiale, ponendo l’accento sulla necessità di un discernimento critico e responsabile nell’uso delle nuove tecnologie.
Don Moreno ha spiegato che, se da un lato la tecnologia offre strumenti straordinari per diffondere il messaggio cristiano e creare comunità virtuali, dall’altro pone questioni etiche e spirituali complesse. Ad esempio, oggi il linguaggio digitale non è più solo un mezzo di espressione umana, ma anche una forma di programmazione delle macchine, con il rischio che la nostra percezione della realtà venga alterata da algoritmi capaci di generare narrazioni autonome.
Il sacerdote ha sottolineato come Antiqua et Nova inviti a non accettare passivamente l’evoluzione tecnologica, ma a sviluppare un atteggiamento critico che tenga conto della dignità umana e del bene comune. In particolare, il documento distingue tra ratio (la capacità di analisi e calcolo, in cui l’IA eccelle) e intellectus (la comprensione profonda della verità, che rimane prerogativa dell’essere umano). Questo sottolinea come l’intelligenza artificiale, per quanto avanzata, non potrà mai sostituire la ricerca di senso e di spiritualità propria dell’uomo.
L’intervento del Dott. Ettore Marini ha invece evidenziato l’importanza della tecnologia in campo medico, dimostrando come le app e gli strumenti digitali stiano rivoluzionando il rapporto tra medico e paziente.

Ha illustrato come esistano oggi applicazioni che facilitano il lavoro del personale sanitario, migliorando la gestione delle cartelle cliniche, l’organizzazione delle visite e la rapidità delle diagnosi. Ma non solo: la tecnologia offre strumenti utili anche per i pazienti, permettendo loro di prenotare visite, ricevere promemoria per i farmaci e monitorare la propria salute attraverso dispositivi connessi.

Il medico ha sottolineato che l’innovazione tecnologica in ambito sanitario può davvero migliorare la qualità della vita, soprattutto per le persone con patologie croniche o difficoltà di accesso ai servizi sanitari. Tuttavia, ha anche messo in guardia dal rischio che la tecnologia porti a una disumanizzazione della medicina, facendo perdere l’importanza della relazione diretta tra medico e paziente, che resta un pilastro fondamentale del processo di cura.

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