Nour e Red due pony a portata di carezze, contatti e amorevoli sguardi nel parco della residenza protetta

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Due pony, Nour e Red a portata di carezze, contatti e amorevoli sguardi nel parco della residenza protetta: il maneggio di un centro equestre si trasferisce fra gli alberi del secolare polmone verde di una struttura che ospita anziani e persone con disabilità non autosufficienti. “Un cavallo sotto gli alberi” è il progetto unico a livello nazionale di questo genere rivolto a disabili adulti o anziani ospiti presso la residenza protetta Asp “Opera Pia Muzi Betti” di Città di Castello che si propone di offrire la possibilità di accedere e fare esperienza di interventi assistiti con cavalli o pony. E’ articolato in dieci incontri di circa due ore l’uno, a cadenza settimanale. Questa attività, ovviamente, non prevede, la messa in sella, ma, tra gli obiettivi più importanti si prefigura di raggiungere il miglioramento delle capacità e delle abilità motorie, la riscoperta del proprio corpo attraverso grooming e conduzione da terra del pony e lo stabilire un rapporto di fiducia con gli operatori e con l’animale.

Una originale ed importante iniziativa, a cui partecipano una quindicina di utenti che è stata voluta fortemente dalla presidente della Fise Umbria, Mirella Bianconi e dalla responsabile di progetto, Antonella Piccotti, docente Scienze e Tecniche dello Sport e delle Attività Motorie Preventive e Adattate – Corsi di Lauree Magistrali – Università di Perugia. Da sempre si occupa di progetti di sport inclusivo ed ha coordinato numerosissimi progetti di Interventi Assistiti con il cavallo nelle disabilità, alcuni dei quali anche a livello nazionale ed europeo (Erasmus+) ed ha presentato numerosi articoli su riviste scientifiche e tecniche, in ambito sportivo e psicopedagogico e collaborato a diverse pubblicazioni. Il rapporto tra uomo e cavallo si è evoluto notevolmente negli ultimi decenni: sempre più persone sono ormai consapevoli di quanto questo animale possa migliorare la qualità della loro vita. Ciò vale in particolar modo per gli anziani, soprattutto se con disabilità. Gli Interventi Assistiti con gli animali hanno anche effetti positivi sul cervello, il cavallo in particolare, contribuisce in maniera concreta a ridurre le difficoltà di apprendimento e di mantenimento della memoria.

Spesso gli ospiti in un RSA devono combattere contro un senso di abbandono e di perdita, sia degli affetti che della loro casa, condizione questa che porta a chiudersi in sé stessi, isolarsi. “Considerato che la struttura dispone di un ampio parco, con tantissimi alberi, anziché far spostare gli utenti fino al Centro Equestre Caldese – hanno dichiarato Mirella Bianconi e Antonella Piccotti, questa mattina nel corso della presentazione del progetto alla presenza della presidente del Consiglio di amministrazione di Asp “Muzi Betti”, Annalisa Lelli, del direttore sanitario, Michele Cacioni, del sindaco Luca Secondi e dell’’assessore alle Politiche Sociali, Benedetta Calagreti – – si è pensato di trasferire i cavalli o pony presso la struttura, per rendere tutto più agevole per gli ospiti, che possono essere più accuratamente coinvolti e partecipare ad Interventi Assistiti mediante i quali avvicinarsi all’alterità attraverso il gioco, il disegno e l’esercizio delle capacità psicomotorie, motivandoli alla collaborazione, oltre che esercitando disciplina, autocontrollo e concentrazione.”

L’obiettivo principale del progetto dunque è la promozione del benessere psico-fisico e relazionale degli anziani attraverso attività motorie assistite con il cavallo, che si sono svolte in un contesto controllato e guidato da istruttori qualificati e operatori socio-educativi. “Siamo a metà percorso – hanno proseguito Bianconi e Piccotti, coadiuvate da Veronica Cenciarini, Matilde Faverio ed Elisa Ricci, tecniche collaboratrici del Centro Equestre Caldese – e i primi risultati sono stati davvero ottimi: molti anziani hanno raccontato di sentirsi più rilassati e sereni, e anche più attivi e motivati a muoversi. Il contatto con il cavallo ha aiutato a ritrovare fiducia, migliorare l’umore e riscoprire il piacere di stare all’aria aperta. Dal punto di vista motorio, si sono notati piccoli miglioramenti nell’equilibrio, nella coordinazione e nella postura, grazie alle attività dolci ma costanti; anche la parte sociale è stata molto positiva, poiché si sono creati nuovi legami, tante chiacchiere e momenti di condivisione che hanno reso l’esperienza ancora più significativa. Sicuramente, il progetto ha portato un’ondata di energia, sorrisi e benessere, dimostrando quanto il rapporto con gli animali ed in particolare con il cavallo, possa essere prezioso anche (e forse soprattutto) nella terza età.” Grande soddisfazione per la realizzazione e ottima riuscita dell’iniziativa è stata espressa dalla presidente di Asp “Muzi Betti”, Annalisa Lelli e dal direttore sanitario, Michele Cacioni: “siamo felici di aver attivato questo “servizio” innovativo, direttamente all’interno del parco della nostra struttura.

Per i nostri ospiti, il contatto con il cavallo, non solo offre stimolazione sensoriale e motoria — essenziale per il mantenimento dell’equilibrio, della postura e della mobilità — ma agisce anche come un potente fattore di benessere psicologico. Vedere i sorrisi sinceri e la rinnovata vitalità dei nostri ospiti durante le prime sessioni – hanno concluso Lelli e Cacioni – è la conferma che abbiamo intrapreso la strada giusta. Continueremo a impegnarci per fare dell’Asp “Muzi Betti” un luogo dove l’assistenza sanitaria di alta qualità si fonde con l’innovazione terapeutica e il rispetto per la persona, valorizzando il legame indissolubile tra salute e natura.” Il sindaco Luca Secondi e l’’assessore alle Politiche Sociali, Benedetta Calagreti, nel ringraziare i promotori del progetto di “grande significato concreto sociale e terapeutico”, hanno sottolineato lo straordinario rapporto di amore, commovente, che si è instaurato fra gli ospiti della residenza protetta che partecipano alle lezione ed i due pony, animali dolcissimi ormai diventati per loro familiari e amici aggiunti.” “Questo progetto, in questo parco bellissimo segna un ulteriore salto di qualità ed integrazione della struttura ormai diventata un laboratorio di buone pratiche umane e relazionali”, hanno precisato Secondi e Calagreti.

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