Parere negativo di conformità urbanistica e adeguamento alle prescrizioni della ASL come condizione per la ripresa produttiva di Colorglass: sarà questa la posizione del Comune di Città di Castello nella Conferenza dei Servizi di martedì 26 novembre 2019 che deve decidere sul rinnovo dell’autorizzazione alla ditta di Trestina.
Mentre il parere di conformità urbanistica è di natura tecnica e risponde ad una specifi-ca competenza del comune, il documento in cui si subordina l’attività di Colorglass al rispetto delle principali misure di prevenzione chieste dalla ASL è di natura politica ed è stato condiviso all’unanimità dalla Commissione Assetto del Territorio di Città di Castel-lo. Come hanno spiegato i dirigenti della ASL Umbria 1 per l’Ambiente di Lavoro Gior-gio Miscetti e per la Sanità Pubblica Massimo Gigli, firmatari della relazione ufficiale che verrà presentata nella Conferenza dei Servizi, “a Colorglass, con parametri am-bientali in regola e in assenza di scostamenti nei dati epidemiologici, abbiamo prescritto alcune misure di prevenzione, tra cui l’installazione di un “postcombustore, controllo per un anno dei fanghi in entrata ed in uscita, bonifica dell’Eternit entro il 2020, ottimizzazione del sistema di trattamento degli inquinanti aerei, studio per ottenere polveri con granuli più grandi e quindi meno volatili, entro due mesi piano di emergenza a tutela dei lavoratori e dell’ambiente esterno e valutazione di impatto a-custico”.
Federico Calderini, dirigente dell’Urbanistica, ha spiegato il parere negativo di con-formità edilizia a partire dal caso mai chiuso della tettoia, sotto cui si trova l’impianto di lavorazione dei fanghi: “A luglio è stata oggetto di un’ordinanza di demolizione, nel frattempo eseguita. Ma contemporaneamente è stata realizzata una copertura provvi-soria, che è oggetto di un altro procedimento perché non poteva essere utilizzata come ambiente di lavoro. Quindi al momento il parere sulla compatibilità urbanistica del co-mune in Conferenza dei servizi sarà negativo”.
Che la politica in vista della Conferenza dei Servizi avrebbe dovuto svolgere un ruolo, oltre le competenze tecniche, era stato detto fin dall’inizio della riunione dal presidente Luciano Tavernelli, che ha ricordato il lavoro su Colorglass fatto dal consiglio comu-nale, e dall’assessore Massimo Massetti, per il quale “Trasparenza e rispetto dei diritti sono stati sempre i criteri guida dell’Amministrazione in questa vicenda”. Presente an-che l’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini.
Nel dibattito Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, “Il problema è cosa esce dai comignoli. Chi ci garantisce che anche oggi non ci sia la possibilità della produzione di quella diossina, ipotizzata dall’Università di Perugia. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, “Andremo in Conferenza dei servizi senza che nessuno dica che l’azienda produce emissioni”. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha proposto “Spostiamo l’azienda e tutta la zona industriale”. Per Vittorio Vincenti, consigliere Tiferno Insieme, invece ha detto che “Manca il dato sulla qualità dell’aria. Delocalizzare non risolve il problema”. Emanuela Arcaleni, consigliere Castello Cam-bia, ha ricordato come “l prescrizioni c’erano già ma Colorglass è rimasta inerme. Chi può fermarla? La proposta del tavolo ci interessa perché interessa tutto il territorio e non un’unica azienda”. Mirco Pescari, capogruppo del Pd, ha sottolineato che “Il punto politico che chiedo è subordinare la continuazione dell’attività all’adeguamento alle prescrizioni. Solo così si ricostruisce un rapporto di fiducia anche con i cittadini”. An-drea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, si è rivolto ai cittadini presenti dicendo “i parametri di Color Glass vanno bene. L’azienda non chiude e non delocalizza per questo. Il danno è stato creato da chi creato aspettative”. Luciano Tavernelli, consigliere del Pd, “Dobbiamo insistere con la delocalizzazione”. Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha detto: “Non tutto dipende solo da un’azienda. La realtà è che la politica ha paura e vuole mandare via l’azienda”.
Fabio Gradassi di Europa Verde ed una rappresentante dei cittadini sono intervenuti per chiedere il “monitoraggio quotidiano dei fumi”. Massimo Mariangeli, presidente del Comitato Salute Ambiente Trestina Calzolaro, ha detto “se la politica non risponde ai cittadini, ai cittadini non rimane che rivolgersi alla magistratura”.
Resoconto. Per la ASL Umbria 1 Giorgio Miscetti, responsabile del Settore Ambiente Lavoro, e Massimo Gigli, responsabile del Settore Ambiente Sanità Pubblica hanno sin-tetizzato la relazione finale dicendo che “Colorglass insiste in una zona dove ci sono altre aziende potenzialmente inquinanti. Abbiamo raccolto e verificato tutte le segnala-zioni, interrogato i medici di famiglia, stilato una serie di prescrizioni, controlleremo la situazione per circa un anno e vorremmo che questa azione sia fatta con un tavolo isti-tuzionale in cui siedano tutti i soggetti interessati pubblici e della società. Domani in Procura a Perugia saranno valutati aspetti che possono avere rilievo penale. Anche per noi l’azienda è incompatibile con l’autorizzazione che richiede”.
Per Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle: “Il problema è cosa e-sce dai comignoli. Nonostante le pesanti prescrizioni, Colorglass sta fumando anche in questo momento. Chi ci garantisce che anche oggi non ci sia la possibilità della produ-zione di quella diossina, ipotizzata dall’Università di Perugia. La citazione del sindaco come massima autorità sanitaria è un richiamo al Comune perché si assuma respon-sabilità?”. “A tre anni dallo scoppio del problema” ha detto Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, “la ASL ripropone le stesse prescrizioni della prima ora. Crimi-nalizzare il sistema non risolve il problema del malcontento e della diffidenza dei citta-dini. Andremo in Conferenza dei servizi senza che nessuno dica che l’azienda produce emissioni. L’azienda è irriguardosa verso istituzioni e cittadini”. Cesare Sassolini, ca-pogruppo di Forza Italia, ha detto che “nessuno a Trestina la vuole. L’Amministrazione deve prenderne atto e, prg alla mano, trovare una soluzione rapida per delocalizzare. I dati della ASL non parlano di valori fuori norma. Se i cittadini hanno dati diversi, li pre-sentiamo alla Procura. Spostiamo l’azienda e tutta la zona industriale”. Vittorio Vin-centi, consigliere Tiferno Insieme, ha detto che “Per il tipo di procedura di lavorazione, possiamo parlare di un microinceneritore a Colorglass, infatti viene prescritta l’installazione di un microcombustore che stabilizzi le emissioni. Manca il dato sulla qualità dell’aria. Delocalizzare non risolve il problema”. Emanuela Arcaleni, consigliere Castello Cambia, ha ricordato come “l prescrizioni c’erano già ma Colorglass è rimasta inerme. Chi può fermarla? I nuovi dati sul biossido di titanio alzano la possibilità che sia cancerogeno e questa sostanza a Colorglass è presente, insieme ai precursori delle diossine. La proposta del tavolo ci interessa perché interessa tutto il territorio e non un’unica azienda”. Mirco Pescari, capogruppo del Pd, ha sottolineato che “La com-missione non potrà incidere sulla Conferenza e al Comune sta la compatibilità urbani-stica. Dalla primavera 2017 comune, ASL, Arpa hanno iniziato a produrre elementi prescrittivi. Il punto politico che chiedo è subordinare la continuazione dell’attività all’adeguamento alle prescrizioni. Solo così si ricostruisce un rapporto di fiducia anche con i cittadini”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, si è rivolto ai cittadini presenti dicendo “tornerete a casa con una sola risposta contenuta nella re-lazione dei tecnici e cioè che i parametri di Color Glass vanno bene. L’azienda non chiude per questo e per questo non si pone la delocalizzazione. Il danno è stato creato da chi ha instillato aspettative nei cittadini”. Luciano Tavernelli, come consigliere del Pd, si è detto in disaccordo con Lignani: “Le prescrizioni della ASL sono un passo in avanti” e invitato la commissione a fare un indirizzo politico: “Che l’azienda non produca a regime fino a quando non rispetti almeno le prescrizioni principali. Dobbiamo insistere con la delocalizzazione”. Marcello Rigucci, consigliere del Gruppo Misto, ha detto: “Non tutto dipende solo da un’azienda. Per esempio il rumore non lo fa solo Color Glass ma tutte le aziende che insistono a Trestina. Nella zona Nord di Città di Castello tutte le aziende sono piene di amianto. La realtà è che la politica ha paura e vuole mandare via l’azienda”. Fabio Gradassi di Europa Verde ed una rappresentante dei cittadini sono intervenuti per chiedere il “monitoraggio quotidiano dei fumi. Perché le prescrizioni non sono state attuate e perché non c’è conseguenza di questa elusione, dato che l’autorizzazione è rimasta? Un cittadino potrebbe farlo? Perché Color Glass può?”. Fabio Gradassi per Europa Verde ha Massimo Mariangeli, presidente del Comitato, ha detto “un’azienda che ci ha portato dentro un immobile in cui c’erano 190 metri quadri di abusi edilizio, a cui abbiamo dato 90 giorni per mettersi in regola e non lo ha fatto, non ha rispetto del comune e dei cittadini. Arpa aveva detto che non era insalubre, poi ha ritirato il parere alla luce del verdetto dell’Istituto superiore di sanità. Non è un compor-tamento lineare. Se la politica non risponde ai cittadini, ai cittadini non rimane che rivolgersi alla magistratura”.
Per Misceli “L’allarme sociale che sta suscitando Colorglass è rilevante come l’aspetto tossicologico perché condiziona la qualità della vita. Colorglass produce biossido titanio e vanadio, nichel, cromo6 ma nei limiti di legge. Colorglass è in regola. Non è certo che le diossine a terra siano prodotte da Color Glass dato che possono anche essere ricondotte ai cicli domestici. Se era fuori regola, l’avremmo chiusa. Abbiamo apprezzato l’odore sia da Colorglass che da altri siti. E’ importante invece l’analisi dei fanghi perché alcune sostanze, pur rimanendo tra i rifiuti non pericolosi, oscillano, come il vanadio. La prima cosa da fare è la postcombustione, in Conferenza dei servizi la subordineremo alla ripresa dell’attività”. Massetti ha giudicato “utile la commissione sia dal punto di vista del dialogo che della trasparenza. A noi interessa un’azienda ma soprattutto un territorio. Oggi abbiamo rimediato l’errore compiuto con il prg, non permettendo residenze dentro la zona industriale. E’ troppo semplice mandare via la zona industriale o gli abitanti. La strada dell’azienda non sembra la delocalizzazione. Ben venga il tavolo e i tecnici di fiducia dei cittadini”.
COLORGLASS: parere negativo di conformita’ urbanistica e senza misure di prevenzione no alla ripresa produttiva. Questa la posizione del comune nella con-ferenza dei servizi di martedi’ prossimo
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