Dopo oltre cinque mesi dall’invio dello Stendardo di Raffaello presso l’Istituto centrale del restauro di Roma, che prelude il suo viaggio oltreoceano per essere esposto al MET di New York, qualche domanda comincia a serpeggiare nell’ambiente cittadino.
Se la decisione può essere condivisibile sul piano della visibilità e della promozione del patrimonio della nostra città, molto meno lo sono la gestione dell’operazione e le condizioni pattuite.
Ci si chiede come mai si sia deciso , senza alcun dibattito consiliare né cittadino, di privare la nostra Pinacoteca della sua opera più significativa e preziosa senza chiedere in cambio altra opera parimenti importante capace di dialogare con le altre opere conservate, come il Martirio di S. Sebastiano del Signorelli, in un nuovo itinerario che recuperasse interesse artistico e attrattività turistica.
Stiamo parlando, infatti, del prestito ad uno dei più estesi e facoltosi Musei del mondo, dotato di una cospicua collezione di arte rinascimentale.
Questo non sarebbe stato neppure in contrasto con altre iniziative, come l’interessante mostra di arte contemporanea, allestita proprio all’interno della Pinacoteca, che di fatto terminerà a Marzo, proprio quando lo Stendardo sarà esposto a New York nell’ambito della grande Mostra “Raphael sublime poetry”, accanto a numerose altre opere del Maestro.
Ciò che si è ottenuto dal MET, cioè il rimborso del restauro, già finanziato con soldi pubblici con una variazione di bilancio comunale di 28.000€ nel luglio scorso, sembra ben poca cosa, se pensiamo che il restauro dello Stendardo era stato già finanziato, ma non terminato, in occasione della mostra del 2021 “Raffaello giovane e il suo sguardo”.
Il fatto che il restauro non sia stato terminato neppure negli anni successivi dimostra la scarsa attenzione per la salute dell’Opera, vero investimento per il futuro. Avremmo in tal caso già potuto ottenere il riconoscimento del valore dello Stendardo come “prima opera” interamente compiuta dal giovane Raffaello a Città di Castello, con la concreta possibilità di condizioni decisamente più interessanti che poche migliaia di euro per un restauro già finanziato.
A tal fine ho presentato un’interrogazione, anche per comprendere la progettualità riguardante la Pinacoteca comunale, da sempre senza Direttore, che per molti mesi sarà priva del suo pezzo più importante e maggiormente attrattivo.



