Si è insediata ufficialmente presso la sede comunale su iniziativa dell’assessorato alle politiche sociali. Oltre al comune con la struttura dei servizi sociali ne fanno parte i referenti dell’arma dei carabinieri, commissariato di pubblica sicurezza, guardia di finanza, polizia locale, distretto sociosanitario altotevere, centro di salute mentale, servizio per le dipendenze oltre che la coordinatrice della zona sociale 1, Lorenza Scateni.
Nello specifico l’intenzione è quella di iniziare ad analizzare situazioni problematiche del territorio, con complessità che possano riguardare più servizi per arrivare all’elaborazione di linee guida e protocolli operativi. L’assessore alle Politiche Sociali, Benedetta Calagreti, nel presiedere il primo incontro ha sottolineato “l’importanza di riunire rappresentanti di diversi livelli amministrativi e professionali per garantire un’azione sinergica ed efficace, fungendo da centro decisionale e di raccordo. “Con l’obiettivo di monitorare le criticità del territorio legate al mondo delle dipendenze e della salute mentale, e sulla scorta di esigenze emerse anche dai servizi sanitari di riferimento – ha detto Calagreti – come amministrazione comunale abbiamo invitato allo stesso tavolo tutte le forze territoriali che, a vari livelli di competenza, quotidianamente operano sul tema. L’idea è quella di dare una continuità periodica a questa cabina e consolidare il collegamento fra servizi e forze dell’ordine. Per questo stiamo lavorando alla redazione di un protocollo d’intesa e procederemo alla calendarizzazione di appuntamenti mensili, oltre alla possibilità di convocare il tavolo in situazioni emergenziali.” Durante l’incontro è emersa la necessità di coinvolgere il presidio ospedaliero ed altri servizi di medicina territoriale, che rappresentano spesso porte d’accesso per situazioni complesse.
“Per questo – ha proseguito Calagreti – chiederemo loro di far parte integrante di questa cabina di regia che, ha l’obiettivo di consolidare una gestione unitaria di problemi che appartengono alla comunità e che, per questo, dobbiamo ben coordinare fornendo anche buone pratiche di comunicazione. Inoltre ho richiesto la disponibilità di un incontro con il consiglio comunale, per aggiornalo sulla situazione del territorio e offrire l’opportunità di un confronto costruttivo con i consiglieri”. La questione era stata già oggetto di una interrogazione ad Ottobre scorso della consigliera Luciana Bassini. Proprio in quella occasione l’assessore Calagreti aveva annunciato il varo della “cabina di regia” fornendo numeri e statistiche ufficiali che fotografano alla perfezione l’andamento della situazione. Nel premettere che l’amministrazione comunale di Città di Castello è costantemente impegnata sul versante delle dipendenze in coordinamento con gli altri enti della Zona Sociale 1, l’Usl Umbria 1, le forze dell’ordine e le scuole, l’assessore Calagreti aveva rese note le informazioni e i dati messi a disposizione dal Distretto Alto Tevere dell’Usl Umbria 1 diretto da Daniela Felicioni attraverso lo psicologo del Servizio per le Dipendenze (SerD) Francesco Valentini e un resoconto dell’attività svolta nel 2024 nell’ambito della Zona Sociale 1. Dalla relazione dell’azienda sanitaria locale è emerso gli accessi al SerD avvengono prevalentemente per forme di dipendenza come cocaina, gioco d’azzardo patologico (GAP) e alcol e che i soggetti assistiti sono sempre più poliassuntori.
Nel solo comune di Città di Castello nel 2024 erano in carico al Servizio per le dipendenze 128 utenti (24 femmine e 104 uomini), di cui 95 in terapia sostitutiva (20 femmine e 75 maschi). Il servizio che si occupa della dipendenza da gioco d’azzardo patologico aveva in carico 29 persone (5 femmine e 24 maschi). L’assessore ha dato conto del fatto che “negli ultimi tre anni il SerD di Città di Castello ha iniziato un percorso finalizzato a generare risposte adeguate alle forme di dipendenza sempre più complesse, in un contesto generale nel quale il servizio si occupa anche dei percorsi per soggetti a cui a stata ritirata la patente per alcol, vicende del tribunale ordinario, dei minorenni e del carcere”. “Oggi la situazione è sempre più complessa e ramificata – aveva riferito Calagreti – non riguarda più solo l’abuso di alcol o sostanze stupefacenti, ma ci sono altre dipendenze: internet, lavoro (workaholism), sesso, relazioni affettive, attività fisica (vigoressia), mangiar sano e naturale (ortoressia), estetica, shopping, gioco d’azzardo (gambling). In virtù del mutamento di questi scenari il SerD ha intrapreso un percorso di forte collaborazione col Centro di Salute Mentale Alto Tevere e con i servizi sociali dei Comuni della Zona Sociale 1”. In aggiunta all’azione che il SerD promuove da circa due anni nelle scuole per tutte le fasce di età, Calagreti si è soffermata sugli interventi negli istituti che i Comuni della Zona Sociale 1, di cui Città di Castello è capofila, programmano assieme alla medicina territoriale attraverso un tavolo integrato.
Nel 2024 le attività di promozione della salute sono state attuate con il progetto “Formazione Unplugged” per la prevenzione delle dipendenze, che ha coinvolto la scuola secondaria di primo grado l’Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci di San Giustino (12 docenti e 80 studenti formati); con il progetto “Pensiamo Positivo” per l’educazione socio-affettiva, che ha interessato l’Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci di San Giustino (18 docenti e 180 bambini della scuola materna e primaria coinvolti) e il Secondo Circolo Didattico di Città di Castello (con 13 insegnanti formati e 99 bambini coinvolti); con il progetto “Yaps” (Peer education) nell’istituto Patrizi Baldelli Cavallotti (sede IPSIA Angelo Baldelli), rivolto a 30 alunni e 3 insegnanti, nel Campus Leonardo da Vinci di Umbertide (28 ragazzi e 5 docenti coinvolti) e nell’istituto Franchetti-Salviani di Città di Castello (26 alunni e 4 insegnanti formati). Calagreti aveva aggiornato il consiglio comunale anche sulle attività del programma d’accompagnamento territoriale attuate con le unità di strada, che nel 2024 hanno riguardato 8 utenti (strettamente del SerD) e 11 utenti del servizio GAP. Complessivamente, sono state assicurate 300 ore di attività di formazione per il GAP, 652 ore di servizio sul territorio, 1.006 ore finalizzate alla promozione della salute.



