Comuni montani: la proposta del Governo colpisce l’Appennino e penalizza l’Umbria. Bernardini: “No a una riforma che discrimina i territori”

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La proposta di revisione dei criteri di classificazione dei Comuni montani annunciata dal ministro Calderoli rappresenta un nuovo e grave attacco alle aree interne e montane del Paese, con effetti particolarmente penalizzanti per la dorsale appenninica e per l’Umbria.

“Siamo di fronte a una scelta profondamente sbagliata, che non tiene conto della realtà dei territori e rischia di colpire duramente comunità già fragili”, dichiara il segretario regionale del Pd Umbria Damiano Bernardini. “Questa non è una revisione tecnica, ma una decisione politica che produce disuguaglianze e abbandona l’Appennino”.

Come ha chiaramente evidenziato l’assessora regionale Simona Meloni, con i nuovi criteri ipotizzati dal Governo i Comuni montani umbri passerebbero da 69 a soli 32, dimezzando di fatto il riconoscimento di territori che oggi svolgono una funzione essenziale sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. Un dato che rende evidente come non si tratti di una revisione neutra, ma di una scelta destinata ad avere conseguenze molto pesanti.

“Ridurre in questo modo il numero dei Comuni montani significa togliere risorse, opportunità e strumenti a territori che garantiscono servizi fondamentali a beneficio di tutta la collettività -sottolinea Bernardini – È un colpo durissimo all’Umbria e a tutta la dorsale appenninica”.

La proposta del Governo punta prevalentemente su parametri fisici e altimetrici, ignorando elementi fondamentali come la fragilità socioeconomica, lo spopolamento, la carenza di servizi e la complessità amministrativa. In questo modo si rischia di escludere dall’accesso a fondi, agevolazioni e politiche dedicate proprio quei territori che ne avrebbero maggiore necessità.

Non è un caso che la maggioranza delle Regioni – tra cui Umbria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo, Calabria, Sardegna e Piemonte – abbia chiesto il rinvio del provvedimento. “È una presa di posizione ampia e trasversale che dimostra quanto questa riforma sia sbilanciata e iniqua”, afferma il segretario regionale del Pd. “Il Governo non può far finta di nulla”.

Le aree montane sono luoghi vivi che garantiscono cura del territorio, tutela della biodiversità, gestione delle risorse idriche, manutenzione di boschi e foreste, presidio ambientale e coesione sociale. In Umbria, questi Comuni rappresentano un presidio insostituibile contro il dissesto idrogeologico e l’abbandono del territorio.

“La montagna non può essere ridotta a una questione di metri sul livello del mare – conclude Bernardini. – Serve fermare questo percorso, aprire un confronto serio con Regioni e Comuni e riconoscere finalmente il valore strategico delle aree interne e montane. Difendere i Comuni montani dell’Appennino significa difendere l’interesse generale, l’ambiente, la sicurezza del territorio e il futuro di intere comunità”.

Il Partito Democratico Umbria chiede al Governo di ritirare la proposta e di avviare una riforma equa, condivisa e realmente attenta ai bisogni dei territori, smettendo di dividere il Paese.

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