Regolamento case popolari, servono più controlli

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Esaminate in commissione Servizi di Città di Castello di martedì 18 giugno 2019 alcune modifiche al regolamento per l’assegnazione di casa di edilizia pubblica. “Una messa a punto dopo la fase di collaudo, a quattro mesi circa dall’approvazione” ha detto l’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini, sottolineando come “l’offerta rimanga molto inferiore alla domanda e questo rende ancora più urgente ed essenziale che siano applicati tutti i parametri utili a garantire equità ed uguaglianza”. Le case cosiddette popolari nel comune di Città di Castello sono circa 400, 350 dell’agenzia regionale Ater, che si occupa di edilizia pubblica, 50 circa di proprietà dell’Amministrazione. Tutti gli alloggi occupati, compresi i 10 acquistati di recenti da Ater nella zona industriale; a fronte di 150 domande inevase, il monte-case potrebbe essere integrato con 8 appartamenti, due di proprietà del comune e sei dell’Ater, che però avrebbero bisogno di interventi non particolarmente onerosi. Le proposte di modifica, che verranno sottoposte al consiglio comunale, sono state illustrate dal responsabile del Servizio Giancarlo Pettinari e orbitano intorno all’istituto della Commissione in caso di ricorsi o di regolarità delle procedure di assegnazione degli alloggi: oltre a diventare non di ambito ma di nomina comunale (art.29), sarà composta non necessariamente da un presidente magistrato ma anche da un esperto di materie giuridiche ed amministrative, titolo richiesto anche per i due membri scelti a  voto ristretto dalla maggioranza e dalla minoranza, dal dirigente dei Servizi o suo delegato, da un rappresentante delle organizzazioni sindacali più rappresentative (art.29bis). Anche sull’articolo 14,  disponibilità di alloggi e concorrenti aventi diritto all’assegnazione, si interverrà sul metodo di calcolo dell’adeguatezza dell’alloggio alla numerosità del nucleo, perché è cambiata la legge. Nel dibattito Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha chiesto “incisività e puntualità nei controlli anche attraverso un programma di visite ispettive per evitare sub affitti o modifiche dell’alloggio, di cui abbiamo notizia dai cittadini. Dobbiamo evitare che si viva nel degrado o in situazione di sovraffollamento”. D’accordo anche Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, che ha parlato “delle verifiche come di una questione di uguaglianza, Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, e la consigliera di Castello Cambia Emanuela Arcaleni. Rigucci ha approfondito il nodo degli assegnatari morosi: “Dai dati si parla di 172 famiglie e circa 150mila euro di mancati affitti. Inoltre ha invitato a non concedere appartamenti incompatibili con famiglie numerose, sulla base del fatto che hanno un bisogno maggiore”. Sassolini ha proposto lavori socialmente utili in caso di impossibilità a far fronte all’affitto e Arcaleni ha sollecitato “una ricognizione complessiva di Città di Castello con Ater per programmare controlli e non penalizzare le famiglie numerose, anche attraverso il regolamento della mobilità”. Massimo Minciotti, consigliere del PD, ha plaudito ad un regolamento molto dettagliato e che deve inseguire continue modifiche normative, Luigi Bartolini, consigliere del PSI, ha chiesto rigore nel far rispettare le prescrizioni in caso di irregolarità. Vittorio Massetti, consigliere del PD, han sottolineato come i Vigili urbani siano i più adatti per conoscenza della realtà a supportare una campagna di verifica”. Sia Vincenti che Minciotti hanno lamentato le molte modifiche a pochi mesi dall’approvazione del nuovo regolamento mentre tutti si sono detti d’accordo di tarare il gettone di presenza dei membri della Commissione su quello dei consiglieri comunali”. Nelle repliche il dirigente del Settore Servizi sociali Giuliana Zerbato ha ridimensionato il fenomeno dei morosi, parlando di 4 o 5 situazioni pesanti e di incidenza delle spese di condominio che a volte si cumulano con l’affitto. Il tecnico Pettinari ha invece sottolineato come i controlli siano attivi e negli ultimi mesi abbiano prodotto alcune ordinanze di riconsegna dell’appartamento. Inoltre ha annunciato un incontro a breve scadenza con l’Ater: all’ordine del giorno una mappatura dell’edilizia residenziale pubblica cittadina. Le novità introdotte nel febbraio scorso dal nuovo regolamento del Comune riguardano i criteri per la determinazione dei punteggi collegati a particolari disagi aggiuntivi di quello economico, con un massimo 4 punti che il comune può assegnare in caso di figli fiscalmente carico fino a 26 anni,  perdita del reddito da lavoro, tempo di residenza del nucleo familiare: chi ha 15 anni continuativi può ottenere il massimo del punteggio. Inoltre pone in uno stesso condominio il tetto di 50% dei nuclei con cittadinanza italiana, e di 50% di nuclei extracomunitari, sul totale alloggi il 20% ha una riserva per la disabilità. Gli elementi che modificano la graduatoria, elaborata in automatico dal programma della Regione dell’Umbria sono soprattutto il reddito, la tipologia di alloggio e la numerosità”.
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