Lotta alla Sepsi, tre premi per la Sud Est 

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Due volte premiata a livello regionale la Asl Toscana sud est per la grande attenzione rivolta alla tematica della Sepsi: un premio per il 118, che è stato ritirato dal direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza Massimo Mandò e uno per il Rischio Clinico ritirato da Cinzia Sestini, manager per la sicurezza ad Arezzo e dalla collega grossetana Sandra Menchetti che operano nell’Area diretta dal dott. Roberto Monaco.
Ieri, al complesso del Santa Maria della Scala di Siena, si è tenuta la Giornata Mondiale di lotta alla sepsi in Toscana. In quella occasione di confronto, su una patologia subdola e pericolosa, la Sud Est ha avuto importanti riconoscimenti per il lavoro fatto, soprattutto in termini di formazione degli operatori, di intervento tempestivo e mirato del 118 e di analisi di laboratorio.
Di Sepsi, nel mondo, muore una persona ogni 4 secondi. Colpisce 380 persone ogni 100.000 abitanti. Si tratta di una patologia difficilmente riconoscibile in pochi minuti a causa della miriade di sintomi che può presentare. Eppure l’intervento deve essere velocissimo perché essendo una patologia tempo dipendente, più minuti passano più è difficile salvare la persona.  
La Sepsi è causata da un’infezione che può essere conclamata oppure nascosta, colpisce soprattutto i pazienti che presentano un sistema immunitario debilitato e può essere letale se non viene curata tempestivamente.
Il progetto messo in atto dal 118 prevede che, tra i codici rossi, ce ne sia uno specifico, che hanno definito C15 che equivale a “sospetto di Sepsi” e fa sì che il paziente all’arrivo in Pronto Soccorso sia preso in carico con la massima priorità.
Grazie a questo progetto, se nel 2017 venivano individuati solo 17 casi, nel 2018 sono state segnalate preventivamente e prese in carico nel migliore dei modi ben 187 persone e 255 nel 2019. 
Negli ultimi 3 anni, inoltre, la UOC Qualità e Rischio clinico ha attuato una formazione capillare e specifica sulla Sepsi, che ha coinvolto ben 2.500 professionisti, con 30 incontri formativi l’anno tra Arezzo, Siena e Grosseto proprio per aumentare negli operatori la conoscenza dei sintomi che possono indurre il sospetto di sepsi. 
Un percorso essenziale, ormai da anni promosso e sostenuto dalla Regione Toscana che può portare, oltre ad un risparmio importante per il sistema (un paziente in rianimazione per sepsi ha un costo orientativo di 16.000 euro) soprattutto, e questa è la mission del sistema sanitario, a ridurre la mortalità di oltre il 40%.

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